La Nuova Sardegna

Oristano

Impianto consortile di depurazione, finalmente si cambia

di Alessandro Farina

Il nuovo sistema tra Bosa e Tresnuraghes ha superato la Via Va in pensione quello di Terridi. Fine della sete a Porto Alabe

06 novembre 2017
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TRESNURAGHES. Il ruolo è stato disegnato parecchi anni fa, dopo le discussioni sull’ubicazione del depuratore “consortile” della Planargia: prima individuato nell’area industriale di Suni, al servizio delle attività allora ancora presenti, poi nella vallata di Modolo, con non pochi dubbi però per il previsto aumento di portata del ruscello che sfocia a Turas. La scelta definitiva ricade quindi alla fine su Bosa, che chiede prima dell’allaccio strutturale delle condotte fognarie in arrivo da diversi paesi dell’altopiano la certezza di un depuratore modulato a Terridi per trattare i reflui delle diverse decine di migliaia di presenze stimate nell’alta stagione turistica. L’iter dei due progetti, quello della realizzazione del nuovo depuratore per un costo di 2.300.000 euro e quello del “collettamento” dei reflui dai comuni di Tresnuraghes e Magomadas e delle rispettive marine di Porto Alabe e Santa Maria, per poco meno del doppio della cifra precedente, sembra però ora viaggiare spedito. I il Tar Sardegna, annuncia Abbanoa, ha bocciato il ricorso presentato da un raggruppamento di imprese e professionisti esclusi dall’appalto. Mentre al Comune di Tresnuraghes, come quanto riferito dal sindaco Gianluigi Mastinu, è già arrivato il nulla osta alla Valutazione di impatto ambientale per il collettamento. “La “Via” ha avuto parere positivo dalla commissione competente. «Ciò significa che i lavori inizieranno presto e in particolare la borgata di Porto Alabe potrà superare finalmente le annose, e anche costose visto che lo smaltimento reflui del villaggio è a carico del Comune, problematiche della frazione marina», ha rimarcato il primo cittadino di Tresnuraghes. Le opere prevedono diverse stazioni di sollevamento e vasche di raccolta e rilancio in direzione Bosa. Il sistema, dotato di telecontrollo, costerà complessivamente 4 milioni di euro. Il contenzioso sul nuovo depuratore di Terridi risale invece al 2014, quando, dopo la gara dell’appalto integrato vinta da Acciona, parte un ricorso al Tar. Presentato da un raggruppamento di imprese e professionisti escluso per assenza dei requisiti di partecipazione, come aveva spiegato Abbanoa all’esito della disputa amministrativa.

Sarà un impianto all’avanguardia dopo l’ampliamento e l’adeguamento funzionale di quello esistente. Il vecchio impianto di Terridi sarà infatti progressivamente dismesso e il nuovo potrà contare su una gestione tecnologica avanzata per massimizzare le prestazioni depurative e minimizzare l’impatto ambientale, soprattutto nei mesi estivi, in cui si registra un notevole afflusso turistico in Planargia. L’acqua depurata inoltre potrà essere riutilizzata anche per l’irrigazione. Ma nella città del Temo il dibattitosull’opera pensata poco meno di vent’anni fa, prosegue, e non tutte le voci concordano sui presunti ritorni positivi

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