La Nuova Sardegna

Oristano

Bosa, triste Lungotemo senza palme: ha vinto il punteruolo rosso

di Alessandro Farina
Bosa, triste Lungotemo senza palme: ha vinto il punteruolo rosso

Una ditta specializzata ha reciso le piante ancora in piedi. Il sindaco: «Rimuovere la base del fusto sarà costoso»

21 novembre 2017
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BOSA. Palme addio, forse per sempre. Ieri mattina, bloccata la viabilità all'altezza del vecchio ponte in trachite in direzione ovest da una pattuglia di vigili urbani, una ditta specializzata ha rimosso su incarico del Comune le ultime moribonde palme annientate dal punteruolo rosso, nel tratto di fronte agli storici edifici che si riflettono sul fiume.

Un ritorno alle origini per il Lungotemo de Gasperi, come attestano alcune foto storiche di mezzo secolo fa.

Quel tratto di Temo era stato abbellito da alberi ornamentali probabilmente a partire dagli anni cinquanta, prima dell’arrivo delle palme piantate invece negli anni sessanta. Quella scelta venne fatta anche per approfittare dell’effetto drenante della pinata. La palma Canariensis, questa la varietà scelta, con le sue radici che vanno in profondità, assorbe grandi quantità di liquido, bonificando il terreno circostante dall’eccessiva presenza di acqua e quindi diventando utile per ridurre l’umidità.

Il punto è che queste palme attraggono anche il punteruolo rosso, che ha usato la distesa di decine di palme a bordo fiume per crescere e soprattutto riprodursi. L’attacco dell’insetto, appartenente alla famiglia dei coleotteri, è stato tanto incisivo da far terra bruciata delle palme, tanto che gli esemplari superstiti si contano praticamente sulle dita di una mano, nel tratto fra il ponte vecchio e l’incrocio con via Manin.

Una vera e propria epidemia quella che ha distrutto a Bosa le Canariensis, in orti, giardini e terreni privati come nelle aree destinate al verde pubblico.

Tra queste le piazze Carmine, Monumento, Dante, quelle dove ormai degli alti fusti dalla grande chioma non resta che il ricordo.

Sul Lungotemo de Gasperi, anche l’Amendola però non sembra vivere miglior sorte, sarà quindi necessario intervenire con soluzioni che possano quantomeno mascherare la presenza dei mozziconi di palme rimasti, ridotti a mensole portavaso per ora. «Innanzi tutto occorre capire come agire e quindi reperire le risorse necessarie per dare una nuova immagine a questa storica via», conferma il sindaco Luigi Mastino. Soluzione non semplice, considerato che l’apparato radicale delle palme è non poco fitto ed esteso, e l’intervento di scavo potrebbe prevedere in più di un caso anche onerosi lavori di ripristino per aiuole e marciapiede. «Sradicarle sarà molto difficile, stiamo pensando di procedere scavando dentro il ceppo rimasto e utilizzandolo come spazio per nuove piantumazioni di fiori o arbusti. Ma ripeto, occorre ragionarci sopra e trovare una soluzione tecnica fattibile e non eccessivamente dispendiosa», ribadisce Mastino, considerata l’economica situazione locale sul fronte finanziario. «Disponibilità con cui dobbiamo ovviamente sempre fare i conti. Ma ripeto, questa credo sia una necessità da affrontare in tempi abbastanza rapidi per il Lungotemo» assicura però il sindaco di Bosa.
 

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