La Nuova Sardegna

Oristano

non fu abuso d’ufficio 

Casa ristrutturata a S’Arena Scoada, doppia assoluzione

Casa ristrutturata a S’Arena Scoada, doppia assoluzione

SAN VERO MILIS. Già giudicati entrambi e farlo una seconda volta sarebbe cosa illegittima. Non è rimasto altro che al tribunale proclamare la sentenza di assoluzione nei confronti dei due imputati...

22 novembre 2017
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SAN VERO MILIS. Già giudicati entrambi e farlo una seconda volta sarebbe cosa illegittima. Non è rimasto altro che al tribunale proclamare la sentenza di assoluzione nei confronti dei due imputati finiti sotto accusa per un procedimento figlio di uno precedente che però verteva sugli stessi presupposti del primo e per la legge italiana una persona non può essere giudicata due volte per lo stesso reato. In questo caso le persone erano due e sul banco degli imputati erano già finiti per i lavori effettuati in una casa al mare nella località di S’Arena Scoada.

Il proprietario dell’abitazione Giovanni Lochi e l’ex responsabile dell’Ufficio tecnico comunale Vincenzo Caria avevano già dovuto affrontare il processo per abusi edilizi. Allora la contestazione era quella di aver eseguito i lavori senza le necessarie autorizzazioni e tutto sembrava essersi concluso con la sentenza che mandava assolto il primo e condannava il secondo per irregolarità nella procedura con la quale si stava ultimando la ristrutturazione di un vecchio stabile. Capitolo chiuso? No, perché la procura insiste e il pubblico ministero vuole un processo e una condanna bis. Decide così di procedere per il reato di abuso d’ufficio che viene contestato a entrambi in concorso perché i lavori oggetto del primo processo erano andati avanti attraverso il via libera del responsabile dell’Ufficio tecnico ma in assenza delle concessioni necessarie. La violazione della legge, secondo l’accusa, sarebbe stata doppia e per questo è stata chiesta la condanna a un anno e mezzo che però non è arrivata. Al contrario, i giudici hanno accolto per intero la tesi degli avvocati difensori Anna Laura Lutzu, Basilio Brodu e Marcello Mereu che avevano sottolineato proprio il fatto che gli imputati erano già stati giudicati per il medesimo episodio e quindi non potevano essere perseguiti una seconda volta. Hanno avuto ragione e l’assoluzione è arrivata al termine di una breve camera di consiglio. (e.c.)

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