La Nuova Sardegna

Oristano

«Fatemi curare al Santa Maria Bambina»

di Michela Cuccu
«Fatemi curare al Santa Maria Bambina»

L’appello di un giovane di Carbonia vittima di un incidente a un motoraduno a Torregrande

22 novembre 2017
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ORISTANO. Un appello accorato, affidato ai social, per cercare di ottenere un’autorizzazione a svolgere la terapia di riabilitazione al Centro Santa Maria Bambina di Oristano. Christian Fai è un ragazzo di Carbonia che il 20 agosto ha partecipato a un motoraduno a Torregrande. Durante la manifestazione ha avuto un incidente ed è stato ricoverato all’ospedale San Martino con una paralisi degli arti inferiori, che poi si è temporaneamente esteso anche a quelli superiori per regredire nuovamente.

«Sto cercando un aiuto - scrive sul proprio profilo Facebook - per poter avere da parte della Azienda sanitaria di di Carbonia l'autorizzazione per poter fare la riabilitazione nel centro di riabilitazione Santa Maria Bambina di Oristano, in modo che le mie gambe possano tornare a funzionare».

Christian ha viaggiato per varie strutture: dal San Martino di Oristano al Brotzu e poi all'ospedale Marino (unità spinale) dove viene stabilito che non ci sono lesioni spinali. Quindi altra tappa alla casa di cura Sant’Anna, sempre di Cagliari. Dopo un lungo peregrinare il 16 novembre ecco che il centauro approda a Oristano, al Santa Maria Bambina: «Pensavo fosse risolto tutto - racconta - invece venerdì 17 mi viene comunicato che non c’era l’autorizzazione da parte dell’Azienda sanitaria di Carbonia. Abbiamo contattato l’Azienda e mi è stato risposto che non mi sarebbe stata concessa l’autorizzazione perché ho avuto la riabilitazione a domicilio e perché non ho lesioni spinali».

Christian Fai non è in condizioni di avere l’assistenza a domicilio: «Nella mia abitazione non posso essere accudito, per via delle barriere architettoniche e perché convivo con mio padre di 81 anni. L'unica soluzione è restare presso questa struttura di Oristano, in cui oltre al personale altamente specializzato ci sono anche dei macchinari e delle strutture che possono rimettermi nelle condizioni di poter tornare alla mia vita normale nel minor tempo possibile».

Sino a ieri Christian non muoveva ancora gli arti inferiori: «I fisioterapisti che hanno lavorato con me mi hanno detto che questa sarebbe la struttura ideale per recuperare nel più breve tempo possibile».

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