La Nuova Sardegna

Oristano

“Fuorilegge” all’Ardia, 22 Daspo

di Maria Antonietta Cossu
“Fuorilegge” all’Ardia, 22 Daspo

Interdizione per due anni ai cavalieri irregolari nell’edizione 2016: non fecero i controlli veterinari

01 dicembre 2017
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SEDILO. In mezzo c’è passata pure un’Ardia da incorniciare sotto il profilo della sicurezza e della collaborazione tra istituzioni, organizzatori e attori principali, ma alla fine la sentenza di condanna, con tanto di Daspo, è arrivata lo stesso per i 22 cavalieri che parteciparono all’edizione del 2016 senza sottoporre i loro animali ai preliminari controlli veterinari. Il Tribunale di Oristano ha emesso il decreto di condanna lo scorso maggio, ma gli interessati hanno ricevuto le notifiche solo di recente.

La notizia ha fatto riaffiorare lo scontento che si respirava nei giorni convulsi della corsa, funestata dal grave incidente di un giovane cavaliere. Quel dramma e la morte di un cavallo (risultato in regola con i controlli e deceduto a manifestazione conclusa) avevano scatenato il putiferio con accuse incrociate tra autorità preposte alla sicurezza, organizzatori e cavalieri.

Le tensioni avevano portato alle dimissioni in massa del direttivo dell’associazione Santu Antinu, poi ricostituito. Nei mesi successivi e fino alla vigilia dell’Ardia 2017 tutte le parti avevano lavorato per ricucire strappi e conciliare l’osservanza delle regole e con il rispetto della trazione ottenendo risultati positivi, ma la condanna penale ha riaperto le ferite. I diretti protagonisti non accettano di essere stati puniti per “aver partecipato a una manifestazione spontanea”.

«Non è giusto ritrovarsi una sanzione penale sulle spalle per aver preso parte a una festa religiosa, a una tradizione consolidata», hanno argomentato due di loro facendosi portavoce degli altri venti. «Ci domandiamo poi perché, se l’ordinanza cita come responsabili delle misure di sicurezza i soggetti organizzatori, noi siamo stati gli unici ad essere stati chiamati in causa».

Dopo lo sfogo è arrivata la provocazione. «Per pagarci le spese processuali saremo costretti a macellare i nostri cavalli – hanno detto –. Sono stati allevati e preparati per l’Ardia, dunque a cosa servono se ci è stato vietato di partecipare alla manifestazione per i prossimi due anni?».

Il giudice per le indagini preliminari ha accolto la richiesta del pubblico ministero ascrivendo ai ventidue cavalieri la violazione dell’articolo 650 del codice penale, e cioè l’inosservanza di provvedimenti disposti dall’ autorità per ragioni di sicurezza o di ordine pubblico. Le prescrizioni sono evidentemente contenute nell’ordinanza Martini, che impone anche l’obbligo di sottoporre i cavalli alle verifiche d’idoneità prima di una manifestazione equestre. L’aver eluso quella disposizione costerà dai 100 ai 150 euro di ammenda ai cavalieri che hanno partecipato a una o a entrambe le rappresentazioni del 6 e 7 luglio del 2016 e l’interdizione dalla corsa fino al 2019.

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