La Nuova Sardegna

Oristano

«Energia, più controlli sul business»

di Roberto Petretto
«Energia, più controlli sul business»

Tappa della Marcia per la Terra. L’appello del presidente di Medici per l’ambiente: «La battaglia è sulle garanzie»

03 dicembre 2017
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ORISTANO. Il mega-parco eolico off shore di fronte alla costa di S’Archittu è stato accantonato grazie a una battaglia di popolo come raramente se ne sono viste da queste parti. Stessa sorte per il progetto che puntava a realizzare un pozzo esplorativo di gas metano nelle campagne di Arborea, a ridosso dello stagno di S’Ena Arrubia. La rivolta partita dalla popolazione di Arborea e poi estesa a ampie fette della comunità sarda ha avuto successo. Ma l’attenzione verso questo territorio da parte delle società impegnate nel business dell’energia è sempre vivo, vasto e anche variegato.

Se n’è parlato a lungo ieri pomeriggio, all’Hostel Rodia in una sala troppo piccola per contenere le tante persone che volevano sentire i relatori della tappa oristanese della “Marcia per la Terra”. Per la “nostra” terra. Si è parlato di “Energia in Sardegna: dal piano di metanizzazione alle alternative sostenibili”.

L’attenzione insolita. Perché la tappa oristanese del tour organizzato dai comitati ambientalisti sardi era importante? Perché, ancora una volta, questo territorio è al centro di progetti e disegni di società a vario livello impegnate nel settore dell’energia: dai depositi di Gnl, alla dorsale sarda del metano, all’impianto termodinamico (con annessa centrale a biomasse) c’è un attivismo e un interesse che in altre circostanze, magari più meritevoli di consenso, non si era mai visto.

Le conseguenze per la salute. Cosa succede al corpo umano quando viene sottoposto all’esposizione prolungata di emissioni nocive? È questo uno dei punti cardine del discorso. La prospettiva dominante, che è quella del profitto, andrebbe ribaltata. Anche con un occhio di riguardo al costo. Perché l’inquinamento e le conseguenze sulla salute pubblica hanno un costo sociale.

Quanto mi costi. Domenico Scanu ha raccolto un’eredità pesante, quella di Vincenzo Migaleddu, il medico scomparso nello scorso mese di aprile. Scanu è ora presidente dell’Isde-Medici per l’ambiente Sardegna. Ieri ha incentrato gran parte del proprio intervento sulle conseguenze dell’inquinamento in Sardegna: «L’isola - ha detto - è tra i maggiori produttori di anidride carbonica con 847 grammi di Co2 per kwh prodotto. Siamo a livello di India, Cina e Australia». Secondo Domenico Scanu le scelte energetiche hanno puramente scopi economico-finanziari e «non si fa mai il calcolo dei danni che provocano. I costi sanitari vengono sempre ignorati».

Non siamo un’isola felice. L’Oristanese deve affrontare un assalto alla diligenza dell’energia. E bisognerà fare attenzione, valutando i rischi. Il metano fonte di energia pulita? Falso, ricorda Scanu: «È vero che produce una minore quantità di Co2 rispetto a altri combustibili fossili, ma è esso stesso un gas serra». Da queste parti stanno per sorgere tre depositi costieri di Gnl, gas naturale liquefatto. Tutti a ridosso del porto industriale di Santa Giusta. C’è poi il progetto per la realizzazione della dorsale sarda del gas, che avrà uno snodo importante proprio a Oristano e che attraverserà i territori di diversi Comuni della Provincia.

Non solo solare. Di grandissima attualità il tema del termodinamico: la Regione ha dato via libera al progetto della San Quirico Solar power. Sui 55 ettari dell’area presa in considerazione non ci saranno solo i grandi specchi solari, ma anche una centrale termica a biomasse. «Il concetto di biomasse, per la legge italiana, è piuttosto vasto - ha ricordato Domenico Scanu - e comprende anche rifiuti». Garanzie di non nocività delle emissioni in atmosfera? «Ogni forma di combustione produce delle scorie - ha ricordato il medico- i problemi sanitari vengono sottostimati e i controlli sono insufficienti».

Ecco perché, secondo l’Isde, è importante conoscere le conseguenze delle scelte energetiche e cambiare l’approccio. Anche partendo dall’Oristanese.

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