La Nuova Sardegna

Oristano

Quindicenne morto dopo un incidente, sei mesi al guidatore

di Enrico Carta
Quindicenne morto dopo un incidente, sei mesi al guidatore

Santa Giusta, Nicola Puddu fu investito nella via principale Spirò qualche giorno più tardi senza mai uscire dal coma

05 dicembre 2017
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SANTA GIUSTA. Pena di molto ridotta rispetto alle richieste, ma è pur sempre una condanna. Non solo secondo il pubblico ministero, ma anche per il giudice monocratico Elisa Marras, l’imprenditore di Santa Giusta Aldo Meli è colpevole di omicidio colposo. La pena decisa è di sei mesi e riapre una ferita mai chiusa come quella provocata dalla morte di un ragazzino di quindici anni. Si chiamava Nicola Puddu e stava attraversando la strada quando fu investito da un’auto nella via principale del paese nella zona vicina allo svincolo che poi porta alla 131. Nicola Puddu Arrivava dal ponticello che si affaccia sullo stagno ed era in compagnia di un amico col quale aveva passato qualche ora a pesca sulle rive della laguna.

Stava facendo rientro a casa quando ormai le ombre della sera si erano allungate sulla strada scarsamente illuminata. Il 28 gennaio del 2015 non sarebbe però stato il giorno della sua fine. L’incidente gli causò infatti traumi gravissimi che costrinsero i medici prima a un breve ricovero al San Martino a Oristano e quindi al trasferimento all’ospedale Brotzu di Cagliari, dove però le sue condizioni di salute non migliorarono. Col passare dei giorni, dal reparto di Neurochirurgia, continuavano ad arrivare notizie non confortanti fino al momento in cui il bollettino medico conteneva la parola che nessuno avrebbe voluto leggere: morte cerebrale.

Indagato fin dal primo momento, l’imprenditore Aldo Meli si è poi ritrovato imputato al processo per omicidio colposo. Durante la scorsa udienza il pubblico ministero Andrea Chelo aveva sollecitato la condanna a un anno e sei mesi. Veniva contestata all’automobilista una condotta non prudente viste le condizioni e l’illuminazione della strada. Tutto questo nonostante la stessa pubblica accusa avesse rimarcato che il ragazzo non attraversò in prossimità delle strisce pedonali. Esattamente su questi aspetti aveva basato la sua arringa l’avvocato difensore Riccardo Crovi che aveva sollecitato l’assoluzione. Di fronte al rispetto dei limiti di velocità e al fatto che i due ragazzini attraversarono in maniera imprudente, non si sarebbe dovuti arrivare alla condanna. E invece condanna è stata per quanto con molte attenuanti e una pena assai inferiore rispetto a quella richiesta.

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