La Nuova Sardegna

Oristano

Antidoping per tutti i cavalieri frenano: controlli a campione

di Enrico Carta
Antidoping per tutti i cavalieri frenano: controlli a campione

L’associazione esprime i primi dubbi sui test collettivi C’è dissenso sulla linea prospettata dalla questura

21 dicembre 2017
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ORISTANO. L’antidoping preventivo per tutti i cavalieri genera il primo forte mal di pancia. Se non è una fronda, è una prima avvisaglia. Magari timida, ma indicativa del fatto che qualche scintilla inizia a saltar fuori dal mucchietto di cenere. Finché sarà una scintilla, molto probabilmente, resterà innocua. Le possibilità che l’incendio alla fine si scateni però crescerebbero se le scintille iniziassero a moltiplicarsi. In ballo, del resto, c’è qualcosa che ha una storia vecchia di seicento anni e che come null’altro ormai caratterizza la città di Oristano.

Dici Sartiglia e pensi al corteo mascherato. Dici corteo mascherato e pensi ai cavalieri. Per quella che verrà, dici cavalieri e pensi ai controlli antidoping. Ed è qui che spunta il primo segnale di disaccordo non palesato apertamente sino alla riunione di martedì sera. In essa si sono riuniti gli stati generali della Sartiglia, tra cui la Fondazione con il consiglio di amministrazione, i gremi e proprio l’associazione Cavalieri Sa Sartiglia con il presidente di quest’ultima che ha sollevato la prima barriera. Francesco Castagna, dopo essersi consultato con i suoi associati ha detto che il test antidoping preventivo su tutto il gruppo dei centoventi che saliranno in sella non s’ha da fare. Ha chiamato in causa la capostipite di tutte le norme ovvero l’ordinanza Martini e ha chiarito che, a differenza di quanto ritiene per il momento la questura, «l’indicazione in essa contenuta è quella di controlli a campione».

Sarà il primo punto di attrito? È molto probabile. Ma non sarà l’unico perché gli stessi cavalieri, dopo aver consultato un legale, hanno anche messo sul tavolo «la possibilità di risolvere tutto attraverso l’autocertificazione con la quale ognuno garantisca per sé sulla questione dell’uso o meno di stupefacenti». E qualora certifichi il falso e ciò venga scoperto, se ne assumerà le responsabilità. Per la questura però un’ipotesi simile non sta in piedi, ma la controparte sembra intenzionata a non accontentarsi di un no detto a parole. Noi cavalieri vorremmo uno scritto con le prescrizioni e i riferimenti a leggi e norme a cui far riferimento», ha concluso Francesco Castagna. Altrimenti si vedrà e un braccio di ferro potrebbe non giovare ad alcuna delle parti, tanto più che in ballo c’è anche la questione degli ingressi ai percorsi che tormenta gli organizzatori. L’ipotesi del controllo a distanza con telecamere a circuito chiuso che registrano il numero di spettatori è troppo esoso. Spendere 65mila euro, al momento, appare impensabile e allora si cerca un’alternativa. Anche ieri l’ingegnere Filippo Uras, responsabile per la sicurezza, ha vagliato soluzioni differenti e meno costose dopo essere stato all’ennesimo faccia a faccia col questore e i vertici delle forze dell’ordine. Stavolta era in compagnia del sindaco Andrea Lutzu, anche se la riunione era interlocutoria. Si cercava di capire se l’abbrivio che hanno preso gli organizzatori sia quello giusto oppure se è necessario ripensare il tutto e ripartire prima che sia troppo tardi per fermare i motori.

Passeranno le feste, poi bisogna dimenticarsi il panettone e il pandoro e pensare subito a zippole e chiacchiere. Quelle fritte, naturalmente, che seguiranno le parole scritte.

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