La Nuova Sardegna

Oristano

Il questore: «Senza test non si corre»

di Enrico Carta
Il questore: «Senza test non si corre»

Replica immediata al presidente dell’Associazione dei cavalieri sulla questione dell’antidoping per tutti i 120 partecipanti

22 dicembre 2017
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ORISTANO. «Chi non vuol fare il controllo antidoping, non partecipa alla Sartiglia». Di fronte non hanno un bivio. Ai cavalieri non verrà concesso il libero arbitrio, perché il questore Giovanni Aliquò non propone alternative. Indica una sola soluzione, «quella della legge» la quale dice che egli su una strada pubblica ha competenze tali da imporre determinate prescrizioni. Giusto ieri il presidente dell’Associazione cavalieri Sa Sartiglia, Francesco Castagna, aveva dichiarato alla Nuova e in una precedente riunione con la Fondazione e i gremi che l’ipotesi di un test antidoping generale non aveva trovato d’accordo i cavalieri. I centoventi partecipanti accettavano di buon grado i test a campione per verificare l’uso di sostanze vietate e l’uso di alcol, ma non quello preventivo da effettuare sull’intero gruppo.

Il gradimento del questore di fronte a questa esternazione è stato pari o addirittura inferiore alle temperature notturne di questi giorni, così Giovanni Aliquò ha immediatamente chiarito i confini entro i quali dovrà muoversi l’esercito a cavallo della Sartiglia. «Non capisco proprio quale sia la difficoltà ad effettuare un simile test – prosegue –. Al tavolo di confronto dei giorni scorsi ha partecipato anche il presidente dell’associazione e non ci ha espresso una sua contrarietà, per cui bisognerebbe sapere cosa nel frattempo ha fatto cambiare idea ai cavalieri».

Arrivati a questo punto, tutto ciò diventa secondario rispetto al punto cruciale della questione che inevitabilmente è il semaforo rosso per chi, prima della manifestazione e con tempi concordati con la questura, dovrà obbligatoriamente sottoporsi al test come un ciclista al Tour de France. «Non è obbligatorio partecipare alla Sartiglia – afferma Giovanni Aliquò –, ma quella del test antidoping è una condizione imprescindibile. I cavalieri devono essere in condizione di mantenere il controllo sull’animale e ricordo che la giostra si svolge in una strada pubblica sulla quale il questore ha competenze ben precise che tutti conoscono. La Sartiglia è un simbolo di tradizione, di valori storici che col doping nulla ha a che fare, anzi il doping è antitetico alla Sartiglia. Io non ho alcun problema a fare in qualsiasi momento un test antidoping, non vedo perché dovrebbero averlo i cavalieri i quali, tra l’altro, erano già ampiamente informati della questione e sapevano benissimo che dovranno organizzarlo autonomamente. Noi, come forze dell’ordine, eseguiremo i nostri durante lo svolgimento della manifestazione». Discorso quindi chiuso, ma ogni azione genera una conseguenza. Cosa faranno i cavalieri? Si metteranno in fila per svolgere il test?

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