La Nuova Sardegna

Oristano

Oristano, l’università festeggia i suoi 76 laureati

di Enrico Carta
Michela Altea ha vinto la borsa di studio come migliore allieva
Michela Altea ha vinto la borsa di studio come migliore allieva

Premiata con una borsa di studio del Rotary la più brava. Prima esibizione pubblica per il giovane coro dell’ateneo

25 dicembre 2017
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ORISTANO. Un brindisi con compagni, professori e personale prima di chiudere la porta e andare a casa per le vacanze. L’università oristanese ha celebrato il suo “Noi siamo Uno day” appuntamento ormai obbligato al pari delle lezioni e degli esami. Stavolta però niente domande e risposte, solo svariati momenti di festa per chiudere il 2017 con un augurio e la speranza di ripetere i successi dell’anno che si chiude. A dire il vero qualcuno aveva sperato di festeggiare il Natale con le casse più piene, ma la Regione ha ridotto il contributo per le università gemmate e il Consorzio Uno si è dovuto accontentare di un milione e 947mila euro a fronte del 2 milioni e 200mila dell’anno precedente.

Non è stato però certo questo l’argomento principale della serata che ha chiamato a raccolta l’universo variegato dell’ateneo oristanese ormai orientato verso una gestione quanto mai originale dell’intera attività. Il “Noi siamo Uno day”, nella sede dei corsi all’ex convento del Carmine e poi in qualche locale della città, serviva per celebrare un po’ tutti, in particolare gli studenti vera linfa vitale dell’università. E tra di loro i riflettori sono stati puntati sui laureati di questo 2017.

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L’ateneo ne ha contati ben 76 e tutti hanno ricevuto una menzione e un applauso speciale, ma mai come quello riservato alla migliore. Ancora una volta ad aggiudicarsi la borsa di studio offerta dal Rotary Club di Oristano è stata una ragazza. Su sei appuntamenti, la parità di genere non è mai stata rispettata, ma in questo caso le leggi non c’entrano perché le studentesse si sono semplicemente dimostrate più brave dei loro colleghi. Hanno vinto il premio tutti gli anni e stavolta non hanno fatto eccezione. Ad aggiudicarsi i mille euro è stata l’eccellente Michela Altea capace di chiudere il corso di laurea in Biotecnologie Industriali addirittura leggermente in anticipo rispetto ai tre anni di curriculum e ovviamente con uno strameritato 110 e lode.

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Tra uno stuzzichino e l’altro, tra un brindisi e l’altro c’è stato spazio anche per la cultura. Quella proposta tramite lo spettacolo teatrale tratto dal lavoro di Giacomo Mameli “Storia di un uomo magro”. A recitare il monologo che parla di persecuzioni, guerre e campi di concentramento è stato Paolo Floris. Dalla riflessione seria si è passati poi al momento più allegro con la prima uscita nella sua storia del Coro dell’università. Diretto dal maestro Nicola Piredda ha regalato ai fini uditi della platea le voci di studenti, studentesse e personale del Consorzio Uno che hanno eseguito un canto in sardo e un gospel.

Come inizio non c’è che dire e infatti sono partiti gli applausi indirizzati poi anche ai musicisti che si sono esibiti dal vivo consentendo alla grande festa di volare alto, non solo grazie a qualche bicchiere di birra in più. Tanto non c’era la sveglia per lo studio a incombere sui ragazzi.
 

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