La Nuova Sardegna

Oristano

I componidori: «Lo sciopero è giusto»

di Enrico Carta
I componidori: «Lo sciopero è giusto»

Antonio Giandolfi e Andrea Solinas sostengono la protesta dei loro compagni: «Siamo pronti a non salire in sella»

09 gennaio 2018
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ORISTANO. Si corre, non si corre. Si corre, non si corre. Stavolta i cavalieri fanno sul serio e la Sartiglia, per quanto c’è chi getti acqua sul fuoco, è a rischio come mai. Per capire che non è la solita sparata, a rinforzare le parole del presidente dell’associazione Francesco Castagna nell’intervista rilasciata ieri alla Nuova, arrivano le frasi pesantissime di Antonio Giandolfi: «Se ci vengono chieste cose in più rispetto a quelle che ci chiede la legge, sono il primo a non salire a cavallo». Non è esattamente il Carneade di turno, perché Antonio Giandolfi è il componidori della giostra dei contadini che si dovrebbe svolgere domenica 11 febbraio. «Sono sicuro che la Sartiglia si farà – prosegue –, ma se l’intenzione resta quella di andare oltre quello che dice il Decreto Martini, noi in pista non scendiamo».

Sono parole pesantissime che seguono di un giorno quelle di Francesco Castagna il quale, da presidente dell’associazione cavalieri, aveva annunciato lo sciopero che verrà ufficializzato se non spariranno alcune prescrizioni ritenute non dovute e se la considerazione del ruolo dei cavalieri non otterrà il giusto peso. Antonio Giandolfi è ancora più netto del suo presidente: «Noi rispettiamo la legge, ma se ci si chiede qualcosa in più ci fermiamo». Il riferimento è alla questione dell’antidoping su cui il futuro capocorsa ha parecchio da dire: «Prendo me come esempio, ma questo discorso vale per tutti gli altri cavalieri. Io sono operatore del 118, salgo tutti i giorni sulle ambulanze e non ho certo problemi a eseguire l’alcol test e il narco test. Però, secondo noi, la legge dice altro rispetto a ciò che si sente ovvero che si possano fare i controlli a campione durante la giostra, non certo prima. L’anno scorso siamo stati controllati in tantissimi, cos’è cambiato da allora? Anche quest’anno siamo pronti a fare le analisi il giorno della manifestazione, ma non venti giorni prima. Che senso avrebbe? Sembra che siamo noi a creare problemi alla sicurezza della Sartiglia, invece ricordo a tutti che gli ultimi incidenti seri sono stati creati dal pubblico che ha invaso la pista. Non siamo certo noi i deputati al controllo degli spettatori».

Il riferimento è chiaro, come altrettanto chiara è la chiamata in causa del mondo politico e della Fondazione. «La Sartiglia è una delle poche cose per cui Oristano è sulle cartine geografiche – prosegue Antonio Giandolfi – e la politica deve capire che se la deve tenere stretta. Il sindaco e l’assessore Pinna da che parte stanno? Ci sostengano anziché apparire al momento di fare bella figura sulle nostre spalle».

Più che pesanti come pietre, queste parole pesano come un meteorite che potrebbe abbattersi su Oristano, dove invece l’altro capocorsa Andrea Solinas, che guiderà la giostra dei falegnami del 13 febbraio, usa toni più morbidi, ma non meno preoccupati: «Mi dispiacerebbe tantissimo se non si svolgesse la Sartiglia, ma forse siamo davvero arrivati al punto in cui c’è la necessità di far valere i nostri diritti. Non corriamo per i soldi, non siamo contrari all’antidoping né a presentare l’autocertificazione per i reati su animali, ma a nostro avviso qui si sta andando oltre le regole che già esistono. Mi auguro si trovi una soluzione».

Le posizioni sono davvero inconciliabili? Il sindaco Andrea Lutzu crede di no: «Non prendo in considerazione l’ipotesi che non ci sia la Sartiglia. Dalle riunioni avute coi cavalieri, mi pareva che i problemi fossero superati e io non posso certo rimproverarmi di non avere la massima considerazione verso di loro. L’unica cosa su cui non si può transigere è la sicurezza a cui penserà il questore, per il resto ciascuna delle parti riveda con serenità le proprie posizioni».

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