La Nuova Sardegna

Oristano

Termodinamico, il fronte del no: «Ceneri dell’impianto sui nostri terreni»

Davide Pinna
Termodinamico, il fronte del no: «Ceneri dell’impianto sui nostri terreni»

Il titolare di un agriturismo si oppone al progetto della San Quirico Solar power: «La vocazione di quest’area è l’agricoltura»

14 gennaio 2018
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ORISTANO. Il progetto dell'impianto di produzione elettrica solare termodinamico di San Quirico continua a destare polemiche e discussioni. Tra le parti coinvolte c'è anche Sandro Dessì, titolare dell'Agriturismo Archelao che in linea d’aria disterebbe circa 600 metri dal terreno dove sorgerebbe l'impianto: «Non facciamo coltivazione intensiva, e svolgiamo la filiera produttiva interamente in azienda. Il 90 per cento del cibo che somministriamo in agriturismo è prodotto da noi, il resto lo acquistiamo da produttori sardi certificati». Ma prima che un produttore, Sandro Dessì, è un abitante di San Quirico, la borgata agricola dove la Solar Power di Bolzano ha deciso di realizzare il proprio progetto.

Lei è sempre stato in prima fila tra gli oppositori, come cittadino cosa non le va di questo impianto?

«Questa è una zona deputata all'agricoltura, non capisco perché debba ospitare un impianto di tipo industriale. Se fosse ubicato altrove, al porto per esempio, non avrei nulla da ridire: lì non cambierebbe nulla. La centrale a biomasse scaricherà le ceneri delle 75 tonnellate di cippato che brucerà ogni notte, su queste terre: anche se non superasse i limiti previsti dalla legge, sarebbe comunque una forma di inquinamento».

Come produttore che timori ha riguardo gli effetti dell'impianto sulla sua azienda?

«L'acqua è una risorsa scarsa in agricoltura, quest'impianto ne consumerà enormi quantità e sottrarrà risorse che sono destinate all'agricoltura. Io ho otto dipendenti, ma tutto si regge su un equilibrio precario. Per esempio qua pascolano le api, chi ci garantisce che il cambiamento del microclima non abbia effetti negativi su tutto il ciclo produttivo del miele? Inoltre, e lo dice la stessa Solar Power, il valore dei terreni e delle aziende subirà un deprezzamento dopo l'installazione dell'impianto».

Perché la scelta è caduta proprio su terreni agricoli?

«Perché i costi sono più bassi, l'agricoltore che affitta il terreno dove sorgerà l'impianto fa il suo business, ma noi non sappiamo se potremo continuare a fare il nostro lavoro».

Il proprietario dei terreni dice che il campo dove sorgerà l’impianto è inutilizzabile per l'agricoltura.

«Eppure quando lui acquistò il terreno dalla vecchia proprietà si oppose alla prelazione della mia azienda su una striscia di otto ettari, dicendo che ogni ettaro era funzionale alla sua attività».

Qualcuno vi ha contattati per chiedere il vostro parere nella fase iniziale del progetto?

«No, scoprimmo tutto quando uscì un articolo che raccontava che la Asl avrebbe affittato un terreno di un ettaro e mezzo a un privato e abbiamo iniziato a indagare. L'ex sindaco ha firmato una convenzione con la Solar Power senza consultare i cittadini e, anche dopo che il consiglio comunale ha espresso a maggioranza la propria contrarietà, ha continuato a perorare la causa del termodinamico. Come è possibile che quando chiedemmo di asfaltare la strada che porta all'agriturismo ci concessero esclusivamente di cementarla per rispetto dei vincoli urbanistici e ora si può costruire un impianto industriale?».

C'è però chi vi accusa di essere semplicemente contrari a ogni forma di innovazione.

«La mia azienda collabora con l'Università di Sassari e con una start up, Nurideas, che si occupa di sviluppare un sistema di tracciamento tecnologico dei prodotti che sia accessibile anche alle piccole imprese. Noi siamo per l'innovazione, ma non capiamo perché un'innovazione industriale debba sorgere qui facendo soccombere le innovazioni in agricoltura».

Quindi a San Quirico le cose vanno bene così, non c'è bisogno di progetti di sviluppo?

«La vocazione di queste zone è rappresentata da turismo e agricoltura. Ogni giorno della settimana le nostre strade sono piene di oristanesi in bici o a piedi che vengono a respirare aria salubre. Dopo che realizzeranno l'impianto a biomasse siamo sicuri che continueranno a venire?».

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