La Nuova Sardegna

Oristano

Il grido d’allarme degli avvocati: «Siamo minacciati»

di Michela Cuccu

Celebrata ieri la Giornata mondiale dei legali in pericolo «Molestati, messi a tacere, perseguitati o torturati»

25 gennaio 2018
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ORISTANO. Molestati, messi a tacere, messi sotto pressione, minacciati, perseguitati o torturati. Purtroppo a volte anche assassinati o fatti sparire nel nulla: «Se l’avvocatura è in pericolo sono a rischio i diritti dei cittadini». È un messaggio chiaro quello che l’Ordine degli avvocati di Oristano ha voluto lanciare ieri mattina nel corso della “Giornata internazionale degli avvocati in pericolo”. Nell’aula magna del liceo classico De Castro si è tenuta una conferenza stampa-convegno, quindi un collegamento via Skype con il Consiglio nazionale forense, per denunciare quello che ieri mattina l’avvocato cagliaritano Patrizio Rovelli, in rappresentanza dell’Osservatorio per la Giustizia, ha definito «un’emergenza: la libertà e l’indipendenza del difensore sono una garanzia per tutti, ma se questo non avviene, allora siamo dinanzi ad un pericolo concreto». L’Italia non è certamente al riparo da tutto ciò (fece scalpore l’omicidio di Fulvio Croce, Presidente dell’Ordine di Torino, freddato dinanzi al suo studio, il 27 aprile 1977 dai brigatisti rossi che avevano emesso una condanna a morte per tutti quegli avvocati che avessero accettato di difenderli in processo) e nemmeno la Sardegna. Patrizio Rovelli ha ricordato alcuni casi eclatanti, dalla vicenda dell’avvocato cagliaritano Gianfranco Manuella, scomparso nel nulla la mattina del 22 aprile 1981 alle più recenti minacce sui social ricevute dall’avvocata Mattia Doneddu, difensore di Alberto Cubeddu, uno degli imputati al processo per il duplice omicidio di Gianluca Monni e Stefano Masala.

Anche a Oristano, pur considerata una delle province italiane più tranquille non è certo indenne a questo fenomeno. Donatella Pau, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Oristano, come quattro suoi colleghi del Foro di Oristano, Cristina Puddu, Roberto Martani, Nunzio Filippo Cogotti e Daniela Schirru abbiano subito attentati incendiari. Un quadro allarmante, con un clima reso ancora più pesante, ha spiegato Pau, con la diffusione dell’utilizzo dei social network: «In particolare Facebook, ha visto moltiplicarsi i casi di vere e proprie aggressioni nei confronti di avvocati la cui unica “colpa” è quella di tutelare i diritti dei loro assistiti».

Lo scenario internazionale non è certamente confortante, per questo motivo, ogni anno, le associazioni forensi dedicano una giornata agli avvocati in pericolo in un particolare Paese.

Quest’anno è stato scelto l’Egitto «dove - ha ricordato Donatella Pau - attivisti per i diritti umani, avvocati, attivisti politici e giornalisti indipendenti, vivono costantemente pedinati, intercettati e subiscono intimidazioni da parte delle autorità». Si stima che ogni giorno, in Egitto, le forze di sicurezza, fermino arbitrariamente tre o quattro persone. «Dopo il rovesciamento del presidente Mohammed Morsi la situazione dei diritti umani è peggiorata» ha detto Pau spiegando come nel Paese siano frequenti i processi di massa, con 300 imputati alla volta, «condannati senza che venga provata la loro responsabilità».

Sono state 60mila le persone arrestate nel 2013, ma negli ultimi 3 anni sono scomparse 5.500 persone, delle quali, 2mila non hanno mai fatto ritorno mentre il 60 per cento ha fatto ritorno dopo aver subito inenarrabili torture ed il cinque per cento è stato trovato cadavere, come l’italiano Giulio Regeni.



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