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Zone umide, salvaguardia e occasioni di sviluppo

Zone umide, salvaguardia e occasioni di sviluppo

CABRAS. In Europa, dal 1950 al 1985, il 90 per cento delle zone umide è scomparso; in Italia, nello stesso arco temporale, il 66 per cento. Per discutere del tema e cercare di individuare soluzioni...

03 febbraio 2018
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CABRAS. In Europa, dal 1950 al 1985, il 90 per cento delle zone umide è scomparso; in Italia, nello stesso arco temporale, il 66 per cento. Per discutere del tema e cercare di individuare soluzioni praticabili, ambientalisti, studiosi e rappresentanti di associazioni, per tre giorni promuoveranno dibattiti, incontri, visite guidate ed escursioni nel territorio. Il tutto per celebrare la giornata mondiale delle zone umide. Una ricorrenza importante, che, non a caso, ha preso il via ieri (il 2 febbraio del 1971, nella città iraniana di Ramsar, è stata adottata la convenzione internazionale per le zone umide) e che proseguirà fino a domani. Gli eventi, curati da MedSea (Mediterranea Sea ad Coast Foundation), inseriti nell’ambito del progetto di cooperazione internazionale, denominato “Maristanis”, contano sulla partecipazione di Comuni, enti, associazioni locali e partner vari.

Ieri mattina, nel chiostro del Carmine, nella tavola rotonda curata da alcune delle sigle più note dell’ambientalismo nazionale, come Wwf, Italia Nostra, Lipu, Legambiente ecc..., i relatori hanno discusso del tema “Le zone umide per un futuro sostenibile: l’impegno delle associazioni ambientaliste in Sardegna”.

Il dibattito è proseguito nella peschiera di Mar’e Pontis, per il convegno organizzato in collaborazione con il Dipartimento di ingegneria civile dell’Università di Cagliari, al quale ha partecipato l’assessore Regionale alla Programmazione Raffaele Paci.

Molte le criticità emerse: c’è chi ritiene troppo rigide le posizioni degli ambientalisti rispetto alle necessità di creare occupazione di chi risiede in determinati territori, come le zone umide, i siti di interesse comunitario o le zone a protezione speciale.

Il progetto Maristanis si propone la gestione, in ambito della cooperazione internazionale, di un modello integrato delle zone umide e costiere presenti nel Golfo di Oristano. L’attività, cofinanziata dalla Fondazione MaVa e coordinata da MedSea in collaborazione con l’Area marina protetta Penisola del Sinis-Isola di Mal di Ventre, si sviluppa in parallelo con altri tre progetti in atto: nel Montenegro, in Albania e in Tunisia.

Il progetto avrà la durata di sei anni e riguarderà interventi previsti in 12 Comuni della provincia, nei quali ricadono 6 siti Ramsar, per un totale di circa 10.206 ettari. Gli obiettivi sono: il ripristino delle condizioni idrauliche ottimali delle aree umide Ramsar, la tutela degli habitat marino-costieri, dei sistemi dunali e delle praterie di Posidonia; ripristino dei sistemi di pesca artigianale al fine di salvaguardare le specie ittiche; migliorare la gestione delle risorse naturali per creare nuove opportunità di lavoro.

Piero Marongiu

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