La Nuova Sardegna

Oristano

Un magazzino come casa: l’odissea di un disoccupato

di Alessandro Farina
Un magazzino come casa: l’odissea di un disoccupato

Bosa, da un anno costretto a vivere in un locale a due passi dal Temo «Il mio alloggio è diventato inagibile». A vuoto la ricerca di una alternativa

04 febbraio 2018
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BOSA. Vivere in un umido e freddo magazzino privo dei servizi essenziali, a due passi dal Temo, è ancora oggi la “sistemazione” abitativa della famiglia Caddeo. Alfonso, la moglie Maria ed il figlio Gianfranco, che soffre di una patologia cardiaca, sono costretti così da oltre un anno. L’abitazione di via Muraglia Vecchia dove erano in affitto è stata dichiarata parzialmente inagibile e all’operaio, oggi disoccupato, ed ai familiari non è rimasto altro da fare che lasciare lo stabile, cercare un’altra soluzione abitativa che si sperava tampone e chiedere aiuto al Comune. Inizia così la ricerca di un alloggio, che fino ad ora però si è rivelata vana. Tanto che Alfonso Caddeo sembra ora deciso a chiedere l’intervento della Protezione Civile. La famiglia Caddeo è più o meno al cinquantesimo posto nella graduatoria Area. «Purtroppo l’ente di edilizia pubblica residenziale o lo stesso Comune non hanno a disposizione immobili per queste situazioni d’emergenza, e la posizione in graduatoria non offre nessuna scappatoia. Ci siamo dati da fare per cercare di trovare un appartamento in affitto, ma fino ad ora nessuno ha offerto la disponibilità», ribadisce l’assessore ai Servizi Sociali Salvatore Fois. Così anche nei giorni di festa e divertimento del Carnevale letteralmente in riva al Temo c’è una famiglia che vive in condizioni al limite. «Pochi metri quadrati al piano terra di uno stabile del Lungotemo. Per lavarci dobbiamo ricorrere alla gentilezza di amici e persone sensibili; per riscaldarci utilizziamo una stufetta elettrica. Ma l’umidità qui, a due passi dal fiume, ti entra nelle ossa. Non ce la facciamo più, e tra l’altro non so fino a quando potremo rimanere in questo magazzino», spiega Alfonso Caddeo. Amareggiato e arrabbiato, per una situazione che si trascina da un anno. Una condizione ancora più triste nelle giornate dedicate al divertimento del Carnevale, quella della famiglia di Bosa. «Che devo fare, chiedere aiuto alla Protezione Civile e fare richiesta per un’abitazione come quelle che danno ai terremotati?», l’ultima provocatoria, ma non troppo, domanda di Alfonso Caddeo. In attesa che la vicenda della famiglia di Bosa trovi un qualche spiraglio positivo, l’assessore ai servizi sociali si è mosso nei giorni scorsi per risolvere un’altra situazione contingente. Il gruppo di lavoratori del Servizio Civico Comunale non aveva infatti ancora ricevuto la mensilità di dicembre 2017, malgrado il mandato fosse in pagamento. In sei si erano presentati allo sportello bancario per ricevere quanto dovuto, ma con risposta negativa. “Tutto risolto, purtroppo c’è stato un problema con l’istituto di credito che siamo riusciti a definire positivamente” spiega Salvatore Fois.

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