La Nuova Sardegna

Oristano

La protesta dei pastori: latte in regalo alla Regione

di Maria Antonietta Cossu
La protesta dei pastori: latte in regalo alla Regione

Norbello, il gesto simbolico è stato suggerito dall’amministrazione comunale Prezzo del prodotto ai minimi storici, nessuna differenza tra venderlo e regalarlo

15 febbraio 2018
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NORBELLO. Con il prezzo ai minimi storici e i costi di produzione più alti, vendere il latte equivale a regalarlo. Ed è ciò che faranno gli allevatori di Norbello per mandare un messaggio esplicito alla classe politica regionale sulla condizione di sopravvivenza cui li stanno costringendo la svalutazione delle materie prime e i ritardi nell’applicazione delle misure di sostegno all’agricoltura. Gli operatori locali faranno recapitare una partita di latte al palazzo della Regione indirizzando espressamente il dono alla giunta Pigliaru. La provocazione è stata lanciata ieri dal Consiglio comunale durante la riunione convocata per approvare un documento di solidarietà al comparto. La maggioranza si è impegnata a veicolare le rivendicazioni degli imprenditori agricoli stritolati dalla crisi e affossati dalla burocrazia e da una classe politica giudicata inadeguata. «Non si capisce dove siano questi soldi. Li reclamiamo da tre anni senza ottenere risposte se non qualche nocciolina ogni tanto. Molte aziende rischiano di chiudere e i giovani di perdere gli investimenti fatti», ha detto l’allevatore Giampiero Cau. Molti operatori hanno restituito le schede elettorali. Una sessantina le tessere riportate in Comune, e il gruppo di governo locale appoggia la protesta: «Siamo vicini agli allevatori», ha affermato il sindaco Matteo Manca, dal quale è partito il suggerimento di regalare all’ esecutivo sardo alcune bottiglie di latte che riportino in etichetta un messaggio attraverso il quale rimarcare il fatto che ormai non esista differenza tra regalare il prodotto e venderlo. Il carico sarà spedito a Cagliari mercoledì a spese del Comune. La scarsa remuneratività delle materie prime è il peccato originale ma sono al palo anche le misure compensative che dovrebbero mantenere a galla il settore. La categoria lamenta ritardi spaventosi sull’attuazione del Piano di sviluppo rurale, sul pagamento dei premi previsti dalle politiche agricole comunitarie, sugli indennizzi per i danni provocati dalla siccità. Il vicesindaco ha puntato il dito contro Agea e la classe politica regionale, che a suo dire subisce le imposizioni del governo centrale. «Del piano di sviluppo rurale 2014-2020 non è stato speso neanche un euro e si rischierà di rimandare indietro gran parte dei soldi o di spenderli male nei due anni che restano. I 150 milioni stanziati per l’emergenza a favore di tutto il mondo agricolo servono per tamponare la crisi, ma se dovessero arrivare a fine 2018 le aziende avranno già chiuso e gli animali saranno morti», ha commentato Giacomo Angioni.

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