La Nuova Sardegna

Oristano

LACONI 

Scuolabus, nuovo Sos a Mattarella

I genitori dei bimbi delle frazioni: baluardi contro lo spopolamento

16 febbraio 2018
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LACONI. Sono trascorsi quattro mesi da quando i genitori dei bambini delle borgate si sono rivolti per la prima volta al presidente della Repubblica Sergio Mattarella a seguito della mancata attivazione del servizio di trasporto scolastico. Ieri i genitori con una nuova missiva indirizzata al capo dello Stato hanno lanciato un nuovo appello per far sì che il servizio sia ripristinato gratuitamente. «Riteniamo che il suo autorevole intervento – scrivono – sia stato determinante per far uscire la vicenda da una situazione di stallo che durava da parecchi mesi. L’ amministrazione ha deciso di ripristinare il servizio». Pero, precisano, «la contribuzione richiesta alle famiglie non è prevista dalle norme vigenti». La lettera al presidente riporta l’aggiornamento circa le ultime vicende che riguardano la questione dello scuolabus. «Avendo fatto presente più volte l’aspetto riguardante la soppressione dei plessi scolastici ci siamo visti costretti ad inoltrare al Comune una formale diffida a tutela dei nostri diritti» si legge nella lettera. I genitori lanciano una nuovo sos al Capo dello Stato perché intervenga in difesa del diritto allo studio degli 11 bambini residenti nelle borgate e anche in difesa della sopravvivenza delle zone rurali. «Non possiamo non far presente – dicono – che le borgate di Laconi sono sorte circa 70 anni fa con la riforma agraria e che sono state determinanti per la riqualificazione del territorio». «È qui – si legge in conclusione – che, in controtendenza allo spopolamento delle zone rurali e montane, giovani coppie hanno deciso di stabilirsi. Chi amministra oggi Laconi pare aver dimenticato che la distanza delle due frazioni, Crastu e Santa Sofia, dal centro urbano, rispettivamente, 7 e 12 km, e l’assenza dei servizi, compresa la soppressione dei plessi scolastici anni addietro, comporta per noi residenti disagi dal punto di vista sociale ed economico, rispetto a coloro che abitano in paese».

Ivana Fulghesu

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