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Duplice tentato omicidio: pena ridotta in Cassazione

SCANO MONTIFERRO. Due, forse tre colpi di pistola. Una condanna che, per quanto ridotta di otto mesi rispetto alla prima, viene confermata dai giudici della Corte di Cassazione. Finisce così...

21 febbraio 2018
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SCANO MONTIFERRO. Due, forse tre colpi di pistola. Una condanna che, per quanto ridotta di otto mesi rispetto alla prima, viene confermata dai giudici della Corte di Cassazione. Finisce così definitivamente il processo nei confronti di Franco Marino Sedda, allevatore di 54 anni originario di Gavoi, reo confesso del tentato omicidio dei vicini di campagna Enzo e Antonio Murtas avvenuto nel 2014. I proiettili colpirono padre e figlio al collo e vicino all’orecchio al termine di un litigio avvenuto nella zona di campagna di Sa Raighina. Dietro l’aggressione c’era l’ennesimo litigio di un rapporto perennemente conflittuale per le più classiche e spesso sanguinose questioni di confine.

Poche ore dopo la lite, Franco Marino Sedda era stato arrestato e i carabinieri avevano ritrovato anche la pistola. Tutto il resto è storia processuale con la condanna in primo grado che arriva sino a dieci anni. Le contestazioni sono varie e accanto a quella di tentato omicidio vanno annoverate quelle del porto e della ricettazione dell’arma usata per sparare ai due rivali e del porto dei proiettili.

La difesa affidata all’avvocato Gian Luigi Mastio ci ha provato sino all’ultimo grado di giudizio, ma non è riuscita a veder derubricato il reato di tentato omicidio per il quale aveva sostenuto che non vi fossero gli estremi ritenendo che gli spari partirono solo per legittima difesa dopo che una delle due vittime aveva tentato di strappare di mano la pistola a Franco Marino Sedda. Tesi che non ha convinto nessuno dei giudici dei tre gradi. Il ricorso per Cassazione ha però avuto un effetto: uno dei reati minori contestati è stato infatti cancellato perché compreso negli altri. Questo ha portato sino a una piccola rimodulazione della condanna passata da dieci anni a nove anni e quattro mesi definitivi. (e.c.)

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