La Nuova Sardegna

Oristano

Canale di S’Aladerru, ipotesi commissario

Canale di S’Aladerru, ipotesi commissario

Bosa, sarebbe questa l’unica soluzione per uscire dall’impasse provocato dalle incompatibilità

01 marzo 2018
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BOSA. «Sul progetto del nuovo canale di S’Aladerru rischiamo di perdere una parte importante di fondi. A nome del Partito dei Sardi esprimo perplessità e preoccupazione dopo gli ultimi esiti amministrativi del progetto». A parlare è il consigliere Luciano Curella, che non ha partecipato alle sedute del Consiglio causa presunta incompatibilità. «Quel progetto nasce da un lungo iter tecnico e risponde ad esigenze di tutela dei cittadini dal rischio idrogeologico, io l'avrei votato», afferma Curella, che continua temendo la perdita dei finanziamenti. «Bosa, sui tre milioni a disposizione, rischia di perdere un milione di euro concesso anni fa dalla Regione. Quei fondi infatti vanno rendicontati entro aprile 2019, ed a questo punto mi sembra difficile che ciò possa avvenire» spiega Curella. L’opera in 13 anni di progetti, discussioni, polemiche, delibere approvate e annullate, prima dell’epilogo del 23 febbraio per quorum mancante, non ha superato neanche la fase dell’approvazione del progetto preliminare. Tra il 2004 ed il 2005 masse d’acqua consistenti si riversarono dal rio S’Aladerru, e da Monte Unu, nel canale artificiale che lambisce il rione Caria e, sotto terra perché tombato nei primi anni ’60, nel canale di via Lamarmora, con foce nel Temo all’altezza del nuovo ponte pedonale. L’acqua invase più volte vie e piazze del centro, fino al Corso Vittorio Emanuele, provocando danni. Per i tecnici che analizzarono le cause delle esondazioni il problema era a monte. La soluzione era deviare parte delle acque di S’Aladerru in un canale di guardia ai piedi della ripida collina a nord-est dell'abitato e da qui a Sud verso il fiume, con foce a monte del ponte vecchio. Uno dei motivi dello stallo riguardavano le perplessità dei proprietari di abitazioni e terreni. Nella lista dei presunti incompatibili, per parentela o affinità fino al quarto grado con i proprietari delle aree interessate sono ricaduti infatti parecchi consiglieri e le sorti del quorum sulla votazione del progetto preliminare sono sempre nelle mani delle opposizioni di turno nelle diverse consiliature. Alcune aree poi vengono considerate edificabili dal Puc, con i conseguenti oneri finanziari per i cittadini, pur di fatto non essendolo per i vincoli idrogeologici di Pai e Psff e nelle more del progetto del nuovo canale.

Un rebus che a questo punto forse potrebbe sciogliere, ed a quanto pare in tempi rapidi dopo l’allarme lanciato da Luciano Curella, un commissario ad acta nominato dalla Regione. È questa la più volte evocata e mai verificatasi soluzione finale, che forse si appresta a chiedere anche l'amministrazione Mastino per uscire dalla paralisi.(al.fa.)

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