La Nuova Sardegna

Oristano

Occupazione con Lavoras, cinque milioni in arrivo nell'Oristanese

di Enrico Carta
Occupazione con Lavoras, cinque milioni in arrivo nell'Oristanese

Il programma della Regione finanzia interventi in 82 Comuni. I cantieri dovranno poi essere programmati. Al capoluogo vanno 752mila euro

04 marzo 2018
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ORISTANO. Ottantadue comuni della Provincia agganciano il treno giusto salendo su quello in corsa partito dalla Regione. È col programma integrato “Lavoras” che si cerca di consolidare un trend leggermente positivo sui dati dell’occupazione e contemporaneamente di attenuare i problemi di una fascia di popolazione che con le difficoltà economiche continua costantemente a convivere. La Regione ha messo sul banco oltre 45 milioni di euro con una fetta cospicua che andrà proprio all’Oristanese dove la parte del leone la farà il capoluogo che metterà in cassa 752mila euro. Ma finanziamenti cospicui li incasseranno anche altri grossi centri della provincia come Terralba che potrà contare su 233mila euro, Santa Giusta su 100mila, Mogoro su 122mila, Marrubiu su 114mila, Ghilarza su 184mila, Cabras su 189mila o ancora Bosa su 309mila euro.

La cifra totale per l’intero territorio si aggira attorno a 5 milioni e garantirà ai Comuni un bel sollievo su un doppio fronte. Come già avvenuto in passato con programmi simili finanziati dalla Regione, affrontare l’emergenza lavoro garantirà anche un beneficio per la qualità dei servizi o delle infrastrutture dei Comuni o delle Unioni dei Comuni finanziati. I soldi verranno infatti utilizzati per portare avanti opere che abbiano anche ricadute positive, infatti il programma agisce su una serie di ambiti che riguardano le emergenze ambientali e il dissesto idrogeologico, i beni culturali e archeologici, i cantieri per l’innovazione. A essere chiamati in causa a livello regionale saranno ottomila lavoratori per dodici mesi, cui vanno aggiunti i posti di lavoro che verranno creati dall’indotto per otto mesi. L’obiettivo primario rimane comunque quello di dare una risposta ai problemi dell’occupazione, dell’inclusione sociale, della lotta alla povertà, dell’istruzione e della formazione. A essere coinvolte saranno persone con più di 35 anni il cui inserimento nel mondo del lavoro risulta in questo periodo quanto mai complicato. La Regione, con questa strategia ha voluto anche lanciare un segnale contro le politiche passive che incidono sul reddito. Insomma, i classici contributi non funzionano più, meglio coinvolgere attivamente chi ha diritto a un posto nei vari cantieri di lavoro che dovranno essere avviati dai Comuni stessi. Una quota dei finanziamenti, il 10%, la Regione l’ha destinata ai Comuni in cui ci sono stati i problemi legati al calo demografico. Accanto all’emergenza lavoro si punta quindi a mitigare anche quella legata allo spopolamento. Adesso sta ai Comuni scegliere il tipo di interventi da attuare attraverso la programmazione interna.

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