La Nuova Sardegna

Oristano

La Sartiglia dei “veleni” Procura: si indaga d’ufficio

di Simonetta Selloni
La Sartiglia dei “veleni” Procura: si indaga d’ufficio

Antonio Giandolfi e Andrea Solinas finiti sotto accusa dopo i fatti del martedì Con loro anche i componenti delle due pariglie. Il sindaco: solidarietà ai cavalieri

08 marzo 2018
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ORISTANO. La Sartiglia che fa male. Quella dello sciopero, della contrapposizione tra questore e cavalieri per l’applicazione delle norme sulla sicurezza, lascia formalmente la sabbia di via Duomo e via Mazzini e si trasferisce in Procura. I capicorsa dei Gremi dei falegnami e dei contadini e i cavalieri delle loro pariglie sono i destinatari di sei avvisi di garanzia firmati dal procuratore della Repubblica di Oristano Ezio Domenico Basso. Per quanto riguarda Antonio Giandolfi, Componidori della Sartiglia di domenica (San Giovanni), l’ipotesi di reato è oltraggio a pubblico ufficiale; i suoi due cumponi, Andrea Piroddi e Andrea Manias, sono indagati per interruzione di pubblico servizio. Quest’ultima accusa è rivolta anche al capocorsa della Sartiglia del martedì, Andrea Solinas, e ai due cumponi, Alessio Garau e Gianluca Russo. Stando a quanto emerge, le accuse riguarderebbero il dopo pariglie della Sartiglia di martedì 13 febbraio, quella di San Giuseppe. Una giornata preceduta dalle polemiche della corsa della domenica, quando i cavalieri avevano deciso di annullare le pariglie in segno di protesta per i controlli antidoping decisi dal questore durante lo svolgimento della Sartiglia, ritenendo si fosse andati oltre la quota stabilita nelle lunghe interlocuzioni tra Fondazioni, Associazione cavalieri e il questore Giovanni Aliquò. Anche in quella circostanza erano volate parole grosse, poi la decisione del clamoroso sciopero delle pariglie.

I fatti per i quali il procuratore Basso ha aperto l’inchiesta sarebbero però quelli del martedì. Le lungaggini dei controlli post pariglie avevano condotto i cavalieri a protestare in modo plateale contro il questore Aliquò. In sella ai loro cavalli avevano affollato l’area attorno al camper dove venivano eseguiti i controlli antidoping. Anche in questo caso, gesti pesanti, parole forti.

«Si tratta di fatti notori per i quali c’è l’obbligatorietà dell’azione penale. Reati – al momento ipotesi – per i quali la procedibilità è d’ufficio, che non hanno bisogno di input di alcuno», sottolinea il procuratore della Repubblica Ezio Domenico Basso. Mentre il questore Giovanni Aliquò preferisce non commentare la vicenda, si apprende dal capo della Procura che alla base degli avvisi di garanzia non ci sono denunce specifiche da parte di alcuno, men che meno da parte del questore. Ma è abbastanza chiaro che quanto accaduto, sia la domenica e soprattutto il martedì, sia finito nelle relazioni trasmesse in Procura, e corredate da un corposo dossier di immagini. Irraggiungibile Solinas, non intende commentare il Componidori del Gremio di San Giovanni, Antonio Giandolfi, se non con un laconico «Ci incontreremo con gli altri cavalieri». Accompagnato dalla sua avvocata Monica Masia si è presentato in questura dove gli è stato notificato l’avviso di garanzia. Il legale: «Non abbiamo alcun altro atto, l’indagine è in corso e sapremo qualcosa con il deposito dell’avviso di fine inchiesta». L’avvocata Carla Greggiu, che assiste Manias, tiene la stessa linea: conferma dell’inchiesta, nessun commento.

I commenti arrivano, invece, dal sindaco Andrea Lutzu, a Miami per promuovere Oristano nel mondo del turismo crocieristico: «Appreso della notizia della denuncia del questore verso i Componidoris Antonio Giandolfi e Andrea Solinas, esprimo la solidarietà e stima e nei confronti dei due capicorsa e dei loro vice. Sono amareggiato per gli strascichi polemici legati alla Sartiglia, che dovrebbe essere associata solo a momenti di gioia e di orgoglio popolare oristanese. Spero che alla fine prevalga il buon senso e si capisca che, per quanto sopra le righe, i toni accesi e i commenti che, si dice, avrebbero avuto i Componidoris, sono sicuramente, se confermati, frutto della concitazione del momento e della tensione legata al ruolo di responsabilità che i sartiglianti sentono verso una città intera». C’è anche il riferimento al fatto che i cavalieri volessero «solo proteggere, con comprensibile foga, una manifestazione troppo importante per la nostra comunità e che in quel momento stava per essere privata della sua solennità, subendo un danno enorme sotto molti aspetti». Il danno per il quale il Comune si appresta a chiedere conto allo stesso ministero dell’Interno, come deliberato dal Consiglio comunale. Lutzu accenna anche all’intenzione di «voltare pagina, già manifestata nel corso di incontri fra sartiglianti e questore nei giorni successivi alla Sartiglia»: Aliquò, Giandolfi e Solinas si erano incontrati nel segno della cordialità a Marrubiu, per Su Marrulleri.

Infine, Angelo Bresciani, presidente della Fondazione: «Credevamo fosse tutto superato. Noi ci consideriamo parte lesa per il danno di immagine subito, senza contare il risarcimento dei biglietti per le pariglie saltate, ma questo è un aspetto secondario». Che le frizioni fossero acqua passata lo pensavano in molti. A rimescolare le carte ci ha pensato l’elemento trascurato dai più. Si chiama obbligatorietà dell’azione penale. Con una precisazione: si è nel campo delle ipotesi di reato. La conclusione è tutta da scrivere.

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