La Nuova Sardegna

Oristano

I menhir di Laconi protagonisti a Firenze

di Ivana Fulghesu
I menhir di Laconi protagonisti a Firenze

Al Tourism A che promuove il turismo archeologico riflettori puntati sulle statue preistoriche

12 marzo 2018
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LACONI. «Ti scolpirò capovolto nel tuo viaggio verso l’aldilà. Innalzerò il grande masso al cielo e quando il lungo tempo sarà passato la storia ti riscoprirà gigante fra i giganti in pietra». Si accendono con questa bella narrazione evocativa i riflettori sulle statue menhir del museo di Laconi protagoniste del Tourism A di Firenze, il prestigioso salone internazionale dell’archeologia che a febbraio con 12 mila presenze si attesta come il più importante evento europeo per la promozione del turismo archeologico.

Alto è stato l’indice di gradimento nel capoluogo toscano per il Museo della Statuaria preistorica della Sardegna che ha recentemente compiuto ventidue anni. Nato come museo civico, nel piano inferiore del Municipio, venne aperto al pubblico nel novembre del 1996. Al suo interno, in spazi piuttosto esigui, vennero ospitate 40 statue distribuite per siti di rinvenimento, in sette sale espositive. Dal 1998 il museo venne dotato di un apparato audio video multimediale, poi completato e arricchito nel 2000. La svolta però avvenne con l’acquisizione, da parte del Comune di Palazzo Aymerich, ultima residenza dei marchesi di Laconi, prestigioso edificio in stile neoclassico realizzato nell’Ottocento dal celebre architetto Gaetano Cima e oggi sede definitiva del Menhir Museum.

Con il trasferimento nella nuova sede è cresciuto anche il numero dei visitatori – sono circa ottomila i biglietti staccati ogni anno – e la cittadina del Sarcidano, grazie ai suoi menhir, è considerata, sul fronte dell’archeologia, un punto di riferimento importante a livello regionale. Il museo si articola attualmente in 11 sale distribuite tra il piano terra e il secondo piano del palazzo che al suo interno conserva ancora una parte delle antiche e originarie papier peint, pregiate carte da parati francesi. Dieci sale sono dedicate ai menhir e alla grande statuaria antropomorfa della Sardegna centro meridionale riferita al territorio di Sarcidano , Grighine e Mandrolisai, mentre l’undicesima, la Galleria, si affaccia sulla corte interna e ospita reperti come vasi e punte di freccia, rinvenuti in contesti funerari megalitici laconesi.

Proprio in occasione del Salone internazionale dell’Archeologia di Firenze è stato siglato un accordo storico tra i Musei di Aosta, Pontremoli, La Spezia e Laconi per costituire la Rete delle statue stele del Mediterraneo. Fare rete per aumentare l’attrattività e promuovere una maggior visibilità, ma non solo. «L’obiettivo – ha spiegato il direttore del Museo Giorgio Murru – è quello della mutua comunicazione, ma anche dell’organizzazione di eventi comuni che si realizza con l’interscambio e nella più concreta possibilità di accedere a finanziamenti per realizzare progetti di più ampio respiro».

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