La Nuova Sardegna

Oristano

«Centro storico e servizi per migliorare il turismo»

di Piero Marongiu
«Centro storico e servizi per migliorare il turismo»

Le richieste degli operatori al prossimo sindaco: «Abbiamo tanti tesori ma non c’è un’adeguata attenzione verso il territorio e le sue strutture»

18 marzo 2018
2 MINUTI DI LETTURA





CABRAS. Mare, cultura, arte, archeologia, zone umide, oasi faunistiche, siti di interesse paesaggistico e naturalistico. Rappresentano, insieme alla bontà dei prodotti ittici e dell’agroalimentare, fonte di ricchezza per la comunità lagunare. Ma sono in tanti, soprattutto gli operatori turistici, che ritengono quella ricchezza ancora lontana dall’essere valorizzata appieno. E questo, in termini di ricaduta economica, significa che per agguantare il benessere auspicato la strada da fare è ancora lunga.

A chi amministrerà dopo Cristiano Carrus, i gestori delle strutture ricettive più importanti e gli operatori commerciali, chiedono di adoperarsi affinché le lacune vengano colmate e le criticità sanate. La sfida sarà impegnativa perché tutti sono consapevoli che gran parte dei provvedimenti necessari a rendere più appetibile il territorio sotto il profilo turistico non rientrano tra quelli realizzabili dal Comune, gli amministratori però possono portare le loro istanze ai livelli politici più alti. La parolina magica si chiama “destagionalizzazione”, cioè turismo tutto l’anno e non soltanto in estate. Per riuscirci è necessario che le offerte siano diversificate e per riuscirci al Comune viene chiesto più lavoro in sinergia con la Regione.

Gli operatori turistici sono però consapevoli che anche a livelli più bassi si può fare molto per migliorare le cose. Renzo Canu, titolare di una struttura alberghiera in città, mette il dito sulla scarsa cura del centro urbano: «È troppo trascurato, eppure basterebbe poco per renderlo più accogliente agli occhi dei visitatori: un po’ più di attenzione e maggior cura della pulizia sicuramente sono alla portata dell’amministrazione comunale. Come pure si può fare di più sotto l’aspetto del turismo ecosostenibile. Molti turisti vorrebbero visitare lo stagno, ma non c’è nessuno che li accompagna con un’imbarcazione adatta. Il nostro paese è bello, ma deve essere tenuto meglio».

Pierluigi Mele, titolare dell’albergo diffuso Acquae Sinis con tre strutture in centro storico per 40 posti letto, che diventeranno 50 prima dell’estate, dalla nuova amministrazione si attende a sua volta una maggiore attenzione verso il centro storico e interventi tesi a rendere più agevole il lavoro degli operatori: «Anche parcheggiare l’auto nelle vicinanze delle nostre strutture spesso è un’impresa». Poi sottolinea la necessità di interventi nella viabilità rurale, apposizione di cartellonistica esplicativa in modo che i turisti abbiano cognizione dei luoghi in cui si trovano.

Marco Carta, titolare del ristorante Sa Bell’e Crabas, chiede più dialogo tra amministratori ed esercenti. Lo scorso anno circa 165mila persone hanno visitato i siti di Tharros, San Giovanni di Sinis, San Salvatore, Mont’e Prama. Un numero destinato a crescere ulteriormente, che contribuisce in maniera importante a smuovere l’economia locale, perché i soldi lasciati dai turisti, in qualche misura, arrivano tutti.

Incarichi vacanti

Sanità nel baratro: nell’isola mancano 544 medici di famiglia

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative