La Nuova Sardegna

Oristano

Assunti in crescita Popolo di braccianti badanti e camerieri

di Michela Cuccu

I mestieri più ricercati non richiedono qualifiche speciali In agricoltura i nuovi contratti sono 2.174. L’edilizia è in crisi

26 marzo 2018
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ORISTANO. Aumentano le assunzioni, ma solo per i lavori meno qualificati. È il quadro davvero poco confortante dei dati forniti dall’Agenzia del Lavoro per quel che riguarda la provincia. È infatti quella del bracciante con 2.174 contratti pari all’11,9 per cento, la tipologia di lavoro più richiesta, seguita dalle badanti che contano 1.755 assunzioni pari al 9,6 per cento della nuova forza lavoro, mentre al terzo posto, ma parecchio distaccati, troviamo i camerieri con 819 contratti che rappresentano appena il 4,5 per dei nuovi assunti. È sempre attraverso le statistiche che si ha la conferma della crisi dell’edilizia: il settore prima della crisi offriva assieme all’agricoltura le maggiori opportunità di lavoro, invece oggi è in forte calo: appena 283 i manovali assunti lo scorso anno, pari all’1,6 per cento.

L’aumento dei posti di lavoro nel 2017 è stato però sensibile con 2.500 assunzioni in più rispetto all’anno precedente, quando il numero dei contratti si fermò a 15.708. Allora però l’agricoltura aveva più potenzialità occupazionali, con 2.040 braccianti assunti pari al 13 per cento del totale, seguiti di stretta misura dalle badanti che con 1.843 contratti rappresentavano l’11,7 per cento delle assunzioni nell’Oristanese. Nel 2016 l’edilizia era appena più vivace, assorbendo l’1,9 per cento (contro l’1,6 del 2017) dei nuovi posti di lavoro, con 314 manovali assunti. Un’altra categoria ancora piuttosto richiesta è quella dei collaboratori domestici, con 522 assunzioni registrate lo scorso anno, contro le 559 del 2016. Quasi un pareggio.

Sono tante le richieste di lavoro ancora troppo poco qualificate in provincia, dove il turismo fatica ancora ad affermarsi. La conferma arriva dalle assunzioni per categorie come i camerieri che nel 2017 hanno registrato un’impennata: 819 contratti contro gli appena 361 dell’anno precedente. Quella dell’impiegato continua tuttavia a rappresentare un’opportunità anche se rispetto al 2016, quando ne vennero assunti 176, i nuovi contratti lo scorso anno si sono fermati a 158.

Anche nel mondo della scuola le opportunità di lavoro sono piuttosto poche perché se è vero che l’anno scorso sono stati assunti 198 nuovi insegnanti elementari, di questi appena 33 sono a tempo indeterminato. È dunque la precarietà l’elemento che assieme alla ricerca di qualifiche professionali piuttosto basse caratterizza il mercato del lavoro in provincia. È una realtà che non si discosta di molto dalle statistiche nazionali. L’anno scorso, infatti, il numero dei contratti a tempo determinato è stato pari a 12.832 contro gli oltre 14mila dell’anno precedente. Salta agli occhi la notevole differenza di opportunità lavorative stabili per le donne che rispetto agli uomini vengono assunte molto più spesso con contratti a termine. Questo divario si nota soprattutto nel dato generale del 2017 con 1.352 assunzioni a tempo indeterminato per gli uomini mentre, per le donne ci si ferma a 1.021.

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