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Proteste per lo stop ai lavori sul canale tombato sulla Sp15

Proteste per lo stop ai lavori sul canale tombato sulla Sp15

SOLARUSSA. Dubbi, proteste e auspici in paese per la tempistica dei lavori che riguardano la mitigazione del rischio idrogeologico. Nel 2013 Solarussa fu investita dal ciclone Cleopatra che riversò...

31 marzo 2018
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SOLARUSSA. Dubbi, proteste e auspici in paese per la tempistica dei lavori che riguardano la mitigazione del rischio idrogeologico. Nel 2013 Solarussa fu investita dal ciclone Cleopatra che riversò in pochissimo tempo oltre 100 ml di acqua sconvolgendo l’intera popolazione e portando gravi danni alle abitazioni del quartiere “Sa Paui”.

«Quel ricordo – scrive un lettore e residente in paese, Alessandro Manca – è presente ancora oggi. La Regione Sardegna ha stanziato oltre 90 milioni provenienti dal Patto per la Sardegna per la mitigazione del rischio idrogeologico per l’eliminazione di 57 canali tombati presenti in 40 comuni dell’Isola e la messa in sicurezza di 13 attraversamenti d’acqua».

Tra questi comuni ricade anche Solarussa. I lavori, eseguiti dalla Imp Costruzioni Generali, sono iniziati a settembre: «Hanno riguardato - ricorda il lettore - l’adeguamento della sezione trasversale del canale per garantirne il deflusso della portata. Dal mese di gennaio sono iniziati i lavori di adeguamento a monte del tratto tombato con interessamento della Provinciale 15 denominata anche via Simaxis, in quanto funge da collegamento tra i due importanti centri attraversati dal fiume Tirso, Solarussa e Simaxis».

A seguito di questi lavori il Comune ha emesso una serie di ordinanze che compliano il traffico veicolare. «Il disagio è evidente nella popolazione residente e questo malcontento è evidenziato anche da parte di alcune attività produttive che stanno vedendo ridurre il loro fatturato per l’impossibilità dei clienti e dei fornitori di raggiungere la loro sede aziendale. I lavori si sono interrotti 10 giorni fa senza che sia stata data nessuna giustificazione. Spesso i lavori pubblici vengono interrotti per mancanza di soldi o di beghe burocratiche, speriamo – scrive il lettore – che non sia questo il caso e che gli interventi si completino prima possibile».

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