La Nuova Sardegna

Oristano

Festa per cinquanta tra i tavoli ospitali alla mensa dei poveri

di Michela Cuccu

La struttura gestita dalle suore Giuseppine ha accolto tante persone bisognose rimaste sole nei giorni di festa

03 aprile 2018
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ORISTANO. Domenica e ieri erano in venti. Erano i commensali della mensa di via Carmine. Nei due giorni di festa e banchetti sono stati cinquanta i pasti consegnati a domicilio e tanti altri sono stati distribuiti durante la giornata a coloro che timidamente hanno bussato alla porta del convento. La Mensa del povero delle suore Giuseppine anche in questi giorni ha fatto gli straordinari. Poveri ed emarginati, fra i quali tanti anziani che non hanno più neppure un amico o un parente che li accolga almeno nei giorni di festa, hanno così potuto consumare un pasto caldo anche a Pasqua e Pasquetta. Povertà e solitudine non vanno in vacanza e così la solidarietà non può venir meno ai propri impegni soprattutto in giorni in cui chi non ha nulla sente ancora di più il bisogno.

Le religiose hanno lavorato tanto, ma soprattutto hanno potuto contare sulla collaborazione di un instancabile gruppo di volontari che non si ferma neppure a Natale, Capodanno e Pasqua. Di più: «Grazie alla generosità degli oristanesi, siamo riusciti a fare del pranzo pasquale una vera e propria festa», dice suor Gabriella che da anni dirige la Mensa del Povero, punto di riferimento per i bisognosi della città e del circondario. Le religiose, assieme ai volontari, si sono messe ai fornelli di buon ora per preparare un menù speciale: antipasto, ravioli, maialetto arrosto, pollo, cotolette alla milanese, carciofi, dolce e caffè. Ogni commensale ha ricevuto anche un uovo di cioccolato e una colombina che un’azienda locale ha confezionato per l’occasione.

Gli ospiti, per lo più oristanesi anche se non manca qualche immigrato, hanno gradito moltissimo, mostrando apprezzamento non solo per il buon cibo, ma anche per l’atmosfera di serenità che si è creata: dopo il pasto, infatti, invece di andar via rapidamente per immergersi nuovamente nella solitudine, come avviene quasi sempre, si sono intrattenuti a scambiare qualche battuta e a raccontare barzellette, proprio come in una tavolata di festa. «Ci hanno fatto i complimenti. Uno di loro addirittura ha esclamato: “altro che hotel a cinque stelle” – dice ancora Suor Gabriella –. Hanno mostrato grande riconoscenza per l’atmosfera serena che siamo riusciti a creare, facendo dimenticare per poche ore, tristezza, miseria, disperazione. Per noi è il risultato più bello».

Sono quasi vent’anni che la Mensa del Povero assicura assistenza ai più bisognosi e invisibili che altrimenti non avrebbero alcun tipo di aiuto. Le suore non solo assicurano quotidianamente un pasto caldo nella loro sede, ma sono sempre più i pasti che vengono consegnati a domicilio. In buona parte assistono nuovi poveri: persone che hanno perso il lavoro, famiglie con bambini rimaste senza reddito e che comprensibilmente non se la sentono di farsi notare nel varcare la soglia della sala di via Carmine. Anche vestiario, biancheria e tante piccole forniture di generi di prima necessità fanno parte delle scorte da consegnate. I senzatetto, inoltre, sanno di poter bussare al convento per farsi una doccia calda e lavare i vestiti, mentre, alcuni anziani che non camminano più, vengono quotidianamente assistiti a domicilio anche con l’ausilio di un infermiere.

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