La Nuova Sardegna

Oristano

Bosa, gattina avvelenata muore fra dolori atroci: la denuncia dei volontari

Il cane ritrovato nel casolare dai volontari di Speranzampetta
Il cane ritrovato nel casolare dai volontari di Speranzampetta

L'associazione Speranzampetta invierà una segnalazione alla Procura sui bocconi che uccidono gli animali. Salvato un cane malato abbandonato dal padrone

07 aprile 2018
2 MINUTI DI LETTURA





BOSA. Tra lotta ai bocconi avvelenati e assistenza agli animali abbandonati (l'ultimo un cane ritrovato in un casolare), continua l'attività dell'associazione Speranzampetta di Bosa, presieduta da Piera Addis, che opera in collaborazione con i soci Michele, Velentina, Agata ed Elisabetta. Mentre altri volontari danno una mano con offerte di cibo, medicinali, raccolta fondi ed altri ancora sono attivi per la gestione delle 21 colonie feline sparse nei diversi quartieri di Bosa.

L'ultimo allarme avvelenamento nei giorni scorsi, quando la gatta Minù, adottata da una famiglia di Bosa due anni fa proprio da Speranzampetta, è morta fra atroci sofferenze.Colpa di un boccone avvelenato, l'esito della visita del veterinario chiamato dai proprietari del felino.«La gatta non si allontanava da casa, solitamente faceva una passeggiata in uno sterrato vicino alla nostra abitazione. Probabilmente qui vicino ha ingerito il boccone avvelenato», spiega la proprietaria, Carmen Ibba, che abita nel rione Tirassegno.Sui social rimbalza l'allarme anche in altre parti dell'abitato. Le «segnalazioni arrivano anche a noi, le giriamo poi alle autorità a cui spetta vigilare«, spiega Piera Addis, che si prepara ad inviare una segnalazione alla Procura della Repubblica sul tema dei bocconi avvelenati.

Sempre nei giorni scorsi i soci di Speranzampetta sono intervenuti, su segnalazione di un cittadino, per dare assistenza ad un cane in difficoltà, all'interno di un casolare disabitato a due passi dalla provinciale per Montresta. «Ci siamo avvicinati con circospezione, non conoscendo l'animale. Il cane invece si è mostrato docile, si tratta presumibilmente di un pastore maremmano forse utilizzato da qualche allevatore, che magari l'ha abbandonato perché malato». Adesso l'animale è ricoverato nella clinica Città Giardino di Oristano dove gli è stata riscontrata la leishmaniosi ed una infezione provocata dalle zecche. Una ventina complessivamente i cani sotto tutela di Speranzampetta, che è riuscita in molti casi a far adottare gli animali da famiglie volenterose.

Mentre il comune, per mille euro all'anno per ogni animale, si occupa di un'altra quarantina di animali, accuditi in un canile del Marghine.«Due di questi saranno presto liberi: li adotteremo temporaneamente noi e poi una volta pronti raggiungeranno una famiglia in Emilia Romagna»; è questa una nota positiva, anche economica considerato il risparmio per le casse dell'ente locale. «Alcuni cani però sono purtroppo di taglia medio grande, per cui l'adozione è difficoltosa. Una volta terminate le cure, non avendo ancora oggi una struttura a disposizione, almeno sei o sette saranno gioco forza affidati al canile», spiega Addis.

L'associazione lancia quindi l'ennesimo appello per l'adozione speciale, quella ritenuta più sicura, a quanti hanno a cuore la sorte di animali purtroppo abbandonati a loro stessi, e quando possibile salvati dalle organizzazioni create dai volontari oppure affidati ai canili a spese dei Comuni.

In Primo Piano
La lotta al tabacco

Un sardo su tre fuma e i divieti sono ancora blandi

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative