La Nuova Sardegna

Oristano

Nuovi orti urbani il verde pubblico aiuta l’inclusione

di Eleonora Caddeo
Nuovi orti urbani il verde pubblico aiuta l’inclusione

Assegnati 42 spazi a giovani, famiglie e associazioni Il sindaco: «Sono piccoli terreni dove coltivare i sogni»

21 aprile 2018
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ORISTANO. Rispetto, sostegno e inclusione. È stato questo lo spirito con cui è stato inaugurato, ieri mattina, dal sindaco Lutzu, dall'assessore all'ambiente, Gianfranco Licheri, con gli alunni della seconda A dell'istituto primario Sacro Cuore e ad alcuni assegnatari, il secondo ciclo del progetto “Orti urbani”, nato in via sperimentale nel 2014, e che oggi conta 42 ortolani; di questi oltre la metà arriva dalla precedente esperienza pilota. Quaranta privati la Assl di Oristano, con un progetto di inclusione del Cim, e l'associazione Ex Esposti Amianto, che coltiverà e farà accoglienza alle scuole, sono i nuovi assegnatari diretti, l'Osvic e la cooperativa Il Seme gestiranno invece gli spazi comuni nell'ambito del progetto “Orti solidali”.

Famiglie, pensionati, giovani coppie, ma anche alunni delle scuole primarie e persone con disabilità intellettive, relazionali e fisiche hanno trovato accoglienza, già da qualche settimana, nei 42 appezzamenti di terra di via Anglona. Non semplici orti urbani ma veri e propri terreni dove coltivare sogni, trovare riparo dalle difficoltà della vita, e sentirsi parte di un progetto comune. Lo sa bene Pinuccio Gelsomino, 59 anni, assegnatario già nel 2014, che in molti, soprattutto tra i giovani ortolani, definiscono il maestro, per l'esperienza e i consigli. «Sono state mia moglie e mia figlia a spingermi a partecipare al primo bando – racconta Pinuccio – ero disoccupato e il tempo da far passare era tanto. Oggi le dico che è stata una cura per distogliermi dai pensieri negativi. In più non ho comprato un barattolo di pelati quest'anno, ho i pomodori dell'orto in congelatore, cosi come il prezzemolo e altre verdure».

«I consigli di Pinuccio, Mario, Salvatore ci aiutano molto», racconta Giorgia Gattus che insieme al marito Maurizio Masala sta iniziando l'esperienza da ortolana per verificare se il sogno di acquistare un pezzo di terra e vivere dei suoi frutti potrà mai realizzarsi.

Melanzane, radicchio, pomodori, zucchine, c'è di tutto nell'orticello di Giommaria Soro, 74 anni, pensionato e veterano del progetto. «La verdura – racconta Luigi Romanelli, ex commerciante settantunenne – la portiamo a casa e la regaliamo, ad amici o parenti».

C'è anche chi trova, in “Orti urbani”, un luogo dove sentirsi libero di essere se stesso, come spiega Fabrizio Denti, coordinatore del centro diurno Caid. «Da circa un anno e mezzo, in collaborazione con l'Osvic, i nostri 22 ragazzi lavorano la terra qui. Hanno disabilità intellettive e relazionali, e il valore terapeutico è enorme, influisce sul loro benessere emotivo». Anche le primarie di Oristano, saranno coinvolte nell'iniziativa attraverso il progetto “Le 4 R di Oristano: riduco, riuso, riciclo, rispetto”. «È una bellissima iniziativa – sottolinea Lutzu – realizzata grazie al lavoro sinergico dell'assessore Licheri, di enti e associazioni, all'investimento privato di Brico ok e al lavoro dei cittadini». «L'amministrazione ha dato gli spazi e l'assistenza gestionale – conclude Gianfranco Licheri – ma il grosso è fatto dai cittadini che coltivano gli orti, da parte nostra il supporto sarà massimo».



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