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Mercato: ditta e Comune ai ferri corti
di Simonetta Selloni
I cantieri in via Mazzini fermi da un anno, le condizioni della struttura sono pessime e l’appaltatrice chiede più fondi
28 aprile 2018
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ORISTANO. Un anno di fermo cantiere, e nuvole nere che si addensano sui lavori di ristrutturazione del mercato civico di via Mazzini. Mentre procedono (un po’ a rilento) quelli per il parcheggio multipiano di via Mariano IV, da sette mesi è in corso quella che l’assessore comunale ai Lavori pubblici Riccardo Meli chiama «interlocuzione tra gli uffici e la ditta che ha vinto l’appalto». Gli uffici sono quelli comunali, la ditta è la Dcg di Cagliari che avrebbe dovuto consegnare mercato ristrutturato e parcheggi 17 mesi dopo la consegna dei lavori, il cui inizio era scivolato alla fine dell’estate 2016. L’interlocuzione sembra in realtà un vero e proprio braccio di ferro tra amministrazione e ditta, sulla brusca impennata dei costi che questi lavori sembrano destinati ad avere. Ma soprattutto, su chi li dovrà sostenere: perché il mercato civico, una volta avviate le opere di ristrutturazione, ha riservato sorprese che né il progetto preliminare redatto dall’Ufficio tecnico comunale, né quello definitivo curato dalla ditta aggiudicataria avevano previsto. La presenza dell’amianto, per il quale a febbraio è stato presentato dalla Dcg il piano di smaltimento alla Assl, e spaventosi problemi strutturali. Pilastri ammalorati, e ancora una situazione di marcescenza che la struttura ha nascosto. Così bene da non esser vista da nessuno dei progettisti che a vari livelli ne ha previsto il recupero. Ieri la Commissione comunale ai Lavori pubblici ha fatto un sopralluogo: l’esito sarà esposto durante il Consiglio comunale già convocato per il 10 maggio. Che la situazione sia grave lo si evince chiaramente dalla convocazione del Consiglio. Un unico ordine del giorno, dedicato alla ristrutturazione del mercato: “stato dei lavori, eventuali criticità e responsabilità, risorse finanziarie, rispetto dei tempi di esecuzione e conclusione dei lavori”. Responsabilità è la parola chiave: chi non ha visto o previsto in che condizioni si trovasse il mercato? Chi dovrà pagare per i costi destinati a lievitare? L’assessore Meli: «La volontà politica è quella di avere il mercato nel più breve tempo possibile e entro i termini previsti dall’appalto. L’impresa deve trovare soluzioni». Ma l’impresa sta anche chiedendo fondi che non ci sono, al di là dei 3 milioni e 800mila euro dell’appalto. Ecco dunque spiegata l’interlocuzione: e sui costi destinati a lievitare «non è escluso che si possano anche sostituire le parti troppo complesse da ristrutturare», dice ancora Meli. Il riferimento è alla pescheria, che potrebbe essere demolita. La domanda resta però una: chi pagherà per tutto questo? E quanto tempo ci vorrà prima che gli operatori parcheggiati in via Cimarosa possano riavere i loro box?