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Oristano

Oristano, mercatino rionale e prostituzione: residenti in rivolta

di Eleonora Caddeo
Oristano, mercatino rionale e prostituzione: residenti in rivolta

Il martedì e il venerdì in via Ugone III via vai di nigeriane. Arrivano da Cagliari e Iglesias, di mira soprattutto gli anziani

27 maggio 2018
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ORISTANO. C'è chi vende frutta e verdura, chi abbigliamento o utensili per la casa, e chi propone, anche abbastanza spregiudicatamente, il proprio corpo, svolgendo il mestiere più antico del mondo. E questo non accade di notte, in un quartiere periferico di una grande città, ma succede in pieno giorno, in via Ugone III, ad Oristano, a due passi da via Aristana, dove il martedì e il venerdì si svolge lo storico mercatino rionale.

Ed è proprio in questi giorni che, girato l'angolo, accanto alle più consuete bancarelle di prodotti locali e abbigliamento, da ormai molti mesi si presentano anche delle altre commercianti, o forse sarebbe meglio chiamarle libere professioniste. Per la legge non stanno facendo niente di male (la prostituzione non è un reato, lo sarebbe semmai l'istigazione), per i residenti della zona, che più volte hanno segnalato la situazione alle forze dell'ordine, il silenzio con cui questo spettacolo va in scena ormai da tanti mesi sta diventando insopportabile.

Secondo le segnalazioni degli abitanti, ma la situazione è facilmente visibile da chiunque passi lì in quelle giornate, di solito le ragazze sono tre o quattro. Il gruppetto, ogni tanto integrato da qualche altra ragazza, sembrerebbe non avere “protettore”. Arrivano da Cagliari e da Iglesias; avrebbero regolari documenti, stando alle informazioni in possesso alle forze dell’ordine. Sono di origine nigeriana, di un’età compresa tra i 20 e i 30 anni circa.

Per certo si sa che arrivano in via Ugone III di prima mattina, verso le 10. Solitamente nei giorni del mercatino, ma capita anche qualche giornata di lavoro extra. Scendono da macchine vecchie e sempre diverse, magari passaggi raccattati con qualche espediente. Non hanno un abbigliamento provocante: maglietta, leggins e scarpe da tennis. Insomma, non facendo caso alle stravaganti capigliature e al loro parlare concitato e a voce molto alta, potrebbero sembrare ragazze normali che si apprestano ad entrare a lavoro. E in effetti di lavoro si tratta, solo che l'ufficio in questione è un muretto pieno di graffiti di fronte ad un supermercato, oppure l'aiuola del parcheggio poco più avanti, quasi a volersi mimetizzare tra le macchine.

Ma com'è possibile che si approccino ai possibili clienti, in pieno giorno, in mezzo a così tanti passanti? Secondo i residenti pare che lo facciano con estrema naturalezza. «Di solito le macchine si fermano senza neanche doverle cercare - raccontano -. Spesso le guidano anziani. Altre volte cercano l'approccio, si fanno avanti con la scusa di vendere qualche panno da cucina, altre volte invece sono proprio sfacciate, cercano il contatto visivo e poi fanno la domanda secca».

Il quartiere è sempre stato tranquillo, ricordano i residenti che trovano una risposta al perché di questa situazione. Un degrado sociale che rispecchierebbe quello urbano dicono: «Questa zona negli anni è stata lasciata andare. C'è il mercatino due volte a settimana e di cestini neanche l'ombra. L'illuminazione andrebbe sistemata, per non parlare del verde pubblico. L'erba è sempre più alta e le fronde degli alberi non vengono tagliate chissà da quanto. Nel vicoletto (una stradina privata dove parcheggiano i residenti) abbiamo trovato persino una siringa». Qualunque siano le basi che hanno portato al consolidamento di questo mercatino, “alternativo” a quello rionale, per certo i residenti non lo apprezzano.
 

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