La Nuova Sardegna

Oristano

Monumenti aperti, fine settimana anche a Seneghe

Monumenti aperti, fine settimana anche a Seneghe

SENEGHE. Anche il piccolo centro del Montiferru, noto per il suo attivismo nella promozione della cultura (Cabudanne de sos poetas, settembre dei poeti) e per la bontà dei suoi prodotti...

31 maggio 2018
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SENEGHE. Anche il piccolo centro del Montiferru, noto per il suo attivismo nella promozione della cultura (Cabudanne de sos poetas, settembre dei poeti) e per la bontà dei suoi prodotti agroalimentari (su tutti l’olio extravergine di oliva, su casizolu, il miele e la carne del bue rosso), aderisce per la prima volta a Monumenti aperti. Saranno nove i gioielli visitabili nelle giornate di sabato e domenica prossimi, la cui storia e origini verranno raccontate ai visitatori dai giovani volontari messisi a disposizione per l’occasione. Gli ospiti potranno visitare la chiesa parrocchiale, dedicata a Maria Immacolata, e l’adiacente Oratorio del Rosario, sede delle confraternite. La parrocchiale, un edificio imponente, è stata realizzata su un antica chiesa preesistente, costruita a sua volta sopra le rovine di un antichissimo insediamento nuragico. L’edificio, pianta a croce latina, edificato in un arco temporale durato poco meno di 100 anni, è stato consacrato al culto nel 1893. Nelle diverse cappelle si possono ammirare opere pittoriche di Carmelo Floris e Giovanni Ciusa Romagna oltre ad altri affreschi, statue lignee e un crocefisso databili tra il XVI e il XX secolo e il magnifico Coro ligneo. Nell’Oratorio del Rosario, invece, si può vedere un dipinto del pittore ligure Giovanni Dancardi. Si apriranno le porte anche della Casa Aragonese, una costruzione in stile gotico catalano risalente alla fine del 1600, la Casa Pili (un’antica casa padronale che oggi ospita la proloco), l’antico frantoio di Sa Prentza de Solinas, il nuraghe di Mesu Maiore (il più importante complesso nuragico del Montiferru) con accanto un insediamento nuragico e, a poca distanza, la tomba dei giganti di Sa Fach’e s’Altare, che conserva ancora intatta una stele centinata. Infine Chiesa di Santa Maria della Rosa (XIII secolo), sul cui lato sinistro, in comunicazione con la cappella si trova la “stanza del Pellegrino o dell’Eremita”. (pm)

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