La Nuova Sardegna

Oristano

Saggio finale per i giovani musicisti

di Maria Antonietta Cossu

Ghilarza, progetto con gli studenti della scuola media e Antonio Gramsci junior

02 giugno 2018
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GHILARZA. Sulle note del Boléro di Ravel si è conclusa l’esperienza didattica, formativa e umana che gli studenti della scuola media hanno vissuto insieme al maestro Antonio Gramsci. Nell’ultima settimana il nipote del pensatore e politico sardo ha tenuto un seminario sulla ritmica mediorientale usando l’arte per veicolare il valore della multiculturalità. Una lezione di etica che assolve al bisogno e all’obiettivo, confessati dallo stesso maestro, di trasmettere ai giovani il senso del rispetto per le altre culture facendo leva sulle differenze e sulle infinite possibilità di coniugarle.

Il concerto eseguito ieri insieme ai diciassette allievi del corso a indirizzo musicale dell’istituto comprensivo ha fornito la chiave di lettura più efficace del corso intensivo diretto da Gramsci jr con la collaborazione dei docenti Susanna Dessì, Ivo Zoncu, Fortunato Casu, Mauro Diana e Antonio Pinna, il quale ha curato la parte divulgativa sul pensatore sardo. È bastato applicare alle culture musicali del Mediterraneo un sistema di trascrizione non convenzionale come la notazione ritmica araba per far capire che l’integrazione culturale è possibile.

La scuola aveva intrapreso questo percorso con il progetto “Testimoni dei diritti” e l’ha ripreso con l’esperienza multidisciplinare ispirata alla figura storica di Gramsci, che ha alternato l’insegnamento della ritmica agli approfondimenti sul pensiero e sulla vita del padre nobile della sinistra italiana, sul fine critico letterario, sul filosofo e sull’uomo. Quest’ultimo è ritratto anche nell’inserto speciale del giornalino d’istituto.

«Quest’iniziativa ci ha dato modo di confrontarci con l’esterno, di instaurare altri legami attraverso la musica e di allargare gli orizzonti. I Gramsci che stanno a Mosca possono rappresentare una risorsa per i nostri ragazzi, sia per la loro preparazione musicale sia come strumento per conoscere il mondo», ha dichiarato il dirigente scolastico Carlo Passiu. La parola è quindi passata alla piccola orchestra, che sulla base della notazione ritmica araba applicata alla Darbuka e agli strumenti della tradizione classica occidentale, hanno suonato Ayoub, Branle dei cavalli, Amany, Como Poden, un rock improvvisato, Btaihi e Shareno Horo. A seguire un ballo sardo musicato da organetto e darbuka. Infine l'arrivederci di Antonio Gramsci: «Grazie alla scuola e a Ghilarza, che ho nel cuore».

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