La Nuova Sardegna

Oristano

Amianto, silenzio sulla bonifica

di Simonetta Selloni
Amianto, silenzio sulla bonifica

Gli ex esposti: ok le giornate ecologiche, ma il vero problema è la fibra killer presente a Torregrande

06 giugno 2018
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ORISTANO. Non è che la giornata ecologica di pulizia dell’arenile e della pineta non vada bene. «Per carità, non siamo contrari. Ma una-dico-una giornata: e tutto il resto dell’anno? E con l’amianto, come la mettiamo?» . Giampaolo Lilliu è il presidente regionale dell’Associazione ex esposti amianto. Il riferimento è alla manifestazione di domenica: una giornata ecologica a Torregrande, la giunta Lutzu ha aderito. «E va bene. Ma qualcuno dovrebbe dirci che fine ha fatto la bonifica, quella vera, dall’amianto. Quella per la quale nel 2014 il Comune di Oristano ha avuto 360mila euro dalla Regione, dopo una vertenza durissima andata avanti per due anni e condotta da noi, ex esposti». Lilliu non usa mezzi termini: definisce gli ex esposti «veri ambientalisti» e li contrappone a quelli della domenica una volta l’anno. Ricorda che anche Santa Giusta ha avuto i fondi, per Abbarossa Ma cosa ne sia stato di quelle bonifiche, non si sa. «Andate a chiedere: piano di sicurezza, quantità di amianto raccolta, la fattura del conferimento alle discariche autorizzato, parti di spiaggia bonificata, certificato di fine bonifica, risorse utilizzate. E non dimenticate i carotaggi: una vera bonifica deve verificare cosa ci sia sotto la superficie».

Il Comune, nel 2016 (giunta Tendas), due anni dopo l’assegnazione dei fondi, aveva affidato alla ditta Coteam di Laconi la bonifica dall’eternit della spiaggia di Torregrande. Che ci fosse lo aveva anche certificato l’Arpas, la segnalazione era arrivata dall’Associazione ex esposti che qualche settimana fa ha attribuito a Torregrande e Abbarossa le bandiere nere per la presenza dell’amianto. Nonostante le bonifiche, di cui non si conoscono i risultati.

La pulizia dell’altro giorno, è stata fatta tra l’area cani e il porticciolo, e parte della pineta. «La spiaggia è piena di amianto. Ci sono i due ex stabilimenti navali di cui nessuno si occupa. Dall’altra parte, al Pontile, c’è l’amianto degli ex casotti. Bisogna dirle, queste cose. I castelli di sabbia che faranno i bambini quest’estate avranno i rinforzi di amianto». Sul fatto che gli ecologisti della domenica intervengano senza protezioni adeguate: «Speriamo non succeda nulla di cui ci accorgeremo tra almeno trent’anni, perché il tempo di incubazione delle patologie derivate dall’esposizione dell’amianto è quello – insiste Lilliu –. E nessuno venga a dirci che nell’area i valori sono sotto la soglia di sicurezza: bisognerebbe chiedere a chi è morto di mesiotelioma o sta morendo, e ci sono almeno tre persone nell’oristanese che stanno malissimo, se sono contente di morire sotto soglia». L’oristanese, con le fabbriche Sardit a Oristano e la Cema sarda a Marrubiu, era nell’isola il territorio con la maggior presenza di amianto. Erano gli anni settanta, e già si parlava della pericolosità dell’amianto e dei morti, già Casale Monferrato scendeva in piazza. Si è dovuto attendere il 1992 perché la fibra venisse dichiarata fuori legge. Ma il territorio ne è ancora pieno.

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