La Nuova Sardegna

Oristano

PAULIlATINO 

La droga non era nel suo negozio imprenditore assolto in appello

PAULILATINO. Il tribunale penale di Oristano (giudice Marson) lo aveva condannato a un anno e 4 mesi per detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti, ma ieri ila Corte d’appello di Cagliari lo ha...

07 giugno 2018
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PAULILATINO. Il tribunale penale di Oristano (giudice Marson) lo aveva condannato a un anno e 4 mesi per detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti, ma ieri ila Corte d’appello di Cagliari lo ha assolto per non aver commesso il fatto, accogliendo la tesi del difensore di fiducia. Marco Vidili, un imprenditore di Paulilatino, è stato quindi scagionato dalle accuse che nell’agosto di due anni fa lo avevano portato agli arresti domiciliari, dopo un’operazione antidroga condotta dai carabinieri di Cabras con i colleghi dell'unità cinofila dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Sardegna di Abbasanta. Vidili, attraverso il suo avvocato Gennaro di Michele, aveva sempre sottolineato la sua estraneità ai fatti contestatigli, e ora è riuscito a dimostrarlo.

In particolare, a Vidili che ha 41 anni ed è titolare di una rivendita di mangimi, era stato contestato il possesso di mezzo chilo di marijuana già confezionata in undici involucri, che si trovava in un campo nelle vicinanze della rivendita. Non solo, nel suo negozio, era stato trovato quello che era stato definito un bilancino di precisione.

Il suo avvocato è riuscito a dimostrare che la sostanza stupefacente non è stata ritrovata nella rivendita di Vidili, ma a oltre 50 metri – superata anche un'ampia strada posizionata di fronte alla rivendita –, in n un terreno non di sua proprietà, coltivato a grano, ed in uso ad altre persone, completamente privo di recinzione e libero all'accesso di tutti. Ancora, il cane dei carabinieri non aveva mai fiutato né ritrovato stupefacenti nella rivendita di Vidili. Aveva, invece, fiutato i sacchi di crocchette per cani, tra cui uno aperto – nel negozio ce ne erano circa un centinaio –, lì appunto per essere venduti al pubblico.

Un “equivoco” che il processo d’appello ha chiarito, ma che è costato a Vidili la condanna a un anno e quattro mesi, con un processo celebrato dopo oltre tre mesi di obbligo di firma. L’avvocato Di Michele ha anche sottolineato che l’imprenditore non ha mai fatto uso di stupefacenti, e che nel paese è noto per essere persona seria e laboriosa.



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