La Nuova Sardegna

Oristano

Don Aniceto a luci rosse e la curia oristanese allontana il prete

di Eleonora Caddeo
Don Aniceto a luci rosse e la curia oristanese allontana il prete

Le avventure del parroco africano mettono in imbarazzo la chiesa. Tutte le donne del sacerdote che è stato in servizio a Siamanna, Neoneli e Tonara

09 giugno 2018
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ORISTANO. Sembra “La moglie del prete”, film di Dino Risi del 1970: ci sono un prete, una compagna o meglio due, una relazione amorosa documentata addirittura da un filmino amatoriale e un bimbo in arrivo. La trama raccontata qui non è però quella di una pellicola cinematografica, ma quella di una più complessa vicenda in cui si intrecciano sacro e profano. Molto profano. I protagonisti non sono Marcello Mastroianni e Sophia Loren, ma i meno popolari don Aniceto – parroco sino a settembre 2017 nella diocesi di Oristano a Siamanna, Neoneli e Tonara – e la sua compagna attuale, una donna di Gadoni, in dolce attesa e con cui il prelato conviverebbe a Cagliari.

Ma c’è qualcosa di più di una semplice storia d’amore tra un uomo di Dio e una donna del popolo coronata dall’imminente lieto evento della nascita di un figlio. La vicenda, che si è abbattuta sulla curia arborense in una calda notte del luglio scorso, sembra una piéce fatta di inganni, bugie e passioni da mettere in ordine.

Don Aniceto è un prete di 48 anni (si presume), originario della Guinea Equatoriale, ordinato a Foligno, e giunto nella diocesi di Oristano nel 2007. Il suo arrivo pastorale in città, secondo fonti certe, non sarebbe però avvenuto in maniera regolare. Alla curia, nonostante le ripetute richieste, non sarebbe pervenuta alcuna convenzione fidei donum (atto con cui si formalizza il servizio pastorale dei presbiteri non italiani) firmato dalla diocesi di Foligno, dove prestava servizio, né dalla circoscrizione vescovile di Bata, in Africa, alla quale è incardinato ossia assegnato. Da ciò sembra sia nato l'inganno nei confronti della diocesi di Oristano, che ha accolto don Aniceto in buonafede, come ospite, anche in virtù delle parole spese dal canonico Angelo Zonchello in suo favore.

Il primo incarico pastorale, dal 2007 al 2011, ha portato don Aniceto a Siamanna e Siapiccia. Poco più di mille anime che, in pochi mesi, si accorsero che quel prete dal sorriso sornione aveva qualcosa di particolare. E più che di qualcosa, si trattava di qualcuna: una sorella, a detta del parroco; una persona più familiare e meno consanguinea secondo le voci di popolo. È arrivato poi il trasferimento a Neoneli nel 2012. Durante il trasloco, nei 33 chilometri che separano i due paesi, qualcosa nel rapporto fraterno, tra parroco e sorella, dev’essere precipitato.

Tanto che la donna, dall’oggi al domani, è andata via dalla canonica, lasciando spazio alle visite sempre più frequenti di una fedele all’epoca separata. Quale ruolo ricoprisse nella vita del prete lo si scoprì solo dopo che don Aniceto, nell’ottobre 2016, venne trasferito a Tonara. Se è vero il detto che la casa nasconde ma non ruba, in questo caso, la canonica non nascose una scatola sbadatamente dimenticata dal prete e contenente fotografie, oggetti per il divertimento personale e di coppia e un dvd con immagini che raccontavano la passione poco sacra tra don Aniceto e la signora.

La documentazione scabrosa arrivò in Curia ai primi di luglio 2017, e pochi giorni più tardi, l’arcivescovo Ignazio Sanna, scrisse a don Aniceto, chiedendogli di pentirsi, di cambiare vita, lasciare quella donna, e andar via da Oristano per ricominciare. La risposta del parroco arrivò, ma non fu quella sperata. Per peggiorare la situazione, avrebbe presentato alla curia un preventivo, di circa 12mila euro, dove chiedeva il pagamento di quattro container per il trasloco suo e dei suoi affetti sino in Guinea Equatoriale. Dal clero oristanese il no fu netto. A settembre, un atto vescovile dichiarò concluso il servizio pastorale di don Aniceto a Oristano, riaffidandolo alla diocesi di Bata: ormai era un prete extra comunitario, senza ruolo, diocesi e pertanto senza legittimazione a un permesso di soggiorno. Motivo che avrebbe portato la Questura, dopo una serie di accertamenti, ad avviare le pratiche per l’espulsione del prelato. Il cambio di residenza di don Aniceto, da Neoneli a Cagliari, e l’iscrizione alla facoltà di teologia del capoluogo, che risulterebbe illegittima in quanto priva del nullaosta dell’arcivescovo, avrebbero addirittura bloccato l’iter per l'espulsione. Ultimamente di don Aniceto si hanno notizie frammentarie. Dall'ottobre 2017 si troverebbe a Cagliari. Don Aniceto è ancora un prete a tutti gli effetti, ma sembrerebbe intenzionato ad abbandonare l'abito talare.

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