La Nuova Sardegna

Oristano

Bosa, nuovo crollo in Cattedrale

di Alessandro Farina
Bosa, nuovo crollo in Cattedrale

Cede parte dello stucco della volta: nessun danno alle persone, l’area è stata transennata

11 giugno 2018
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BOSA. Un grosso pezzo di uno stucco che fa parte di una composizione posizionata sulla volta della Cattedrale di Bosa è crollato la notte scorsa di fronte all’altare maggiore. Ad accorgersi di quanto accaduto il parroco all’apertura della chiesa.

Sul posto è intervenuto anche il sindaco di Bosa e l’area è stata interdetta posizionando dei banchi e dei nastri, in attesa dell’arrivo dei tecnici della competente Soprintendenza.

Non è la prima volta che nella chiesa si verificano problemi. Due anni fa, dopo la caduta di calcinacci sempre nella zona dell'altare maggiore, la soluzione trovata per garantire la sicurezza nel tempio, che tra l’altro riveste anche una importante funzione turistica, era di sistemare tra la volta ed i cornicioni una rete di protezione.

Finora nessun intervento è stato eseguito, neanche per preservare il dipinto del pittore Emilio Scherer sul timpano, che lentamente si sta letteralmente sbriciolando. Don Franco Oggianu allarga le braccia.

«C’è un progetto finanziato dallo Stato e dalla Cei che dovrebbe essere seguito dall’Unione dei Comuni. Con quei fondi si potrebbe almeno mettere in sicurezza quelle parti che presentano problemi», spiega. Ma la fiducia è ai minimi termini.

«Dopo la caduta di calcinacci di due anni fa non è successo niente. Neanche l’interesse di stampa e televisioni, che hanno seguito quella vicenda, ha portato ad alcuni risultato. Ma io non voglio chiudere la chiesa, perché poi non si sa quando potrebbe essere riaperta», afferma.

A piombare di fronte all’altare, sbriciolando in mille pezzi, probabilmente una delle figure della composizione che si trova a diversi metri d’altezza, tra l’architrave e la volta. Non è improbabile che le piogge che hanno flagellato la Planargia e Bosa tra inizio maggio e fino a qualche giorno fa possano aver accelerato il degrado degli elementi, attraverso qualche infiltrazione fra le antiche mura.

Per adesso si tratta di una ipotesi, in attesa che gli esperti della Soprintendenza dicano la loro. «Quando ho visto cosa era accaduto ho subito avvisato il sindaco. Abbiamo lasciato tutto com’è, nei prossimi giorni saranno gli esperti della Soprintedenza a dirci come procedere. Spero solo, perché su questo c’è l’impegno della Curia, che il progetto di restauro, che deve gestire l’Unione di Comuni, parta al più presto, non c’è più tempo da perdere», l’appello di don Franco Oggianu.

La messa intanto viene celebrata nel cappellone a destra all’ingresso della chiesa. Oltre alla Cattedrale altre chiese di Bosa non godono certo di buona salute.

Da tempo quella di Sant’Antonio, sulla sponda sinistra, è chiusa in attesa di restauri. Mentre la chiesa di Santa Croce, che ospita le antiche statue di Sos Misterios, aspetta anch’essa un deciso intervento che possa salvare il salvabile dei dipinti di Emilio Scherer devastati dalle infiltrazioni d’acqua, sulla volta.

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