La Nuova Sardegna

Oristano

Condanna confermata per don Cattide

di Enrico Carta
Condanna confermata per don Cattide

Marrubiu, una lettera piena di rabbia: pagherà 1.000 euro per la diffamazione

14 giugno 2018
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MARRUBIU. Quel repentino cambio di percorso della processione non gli era andato giù. Di getto scrisse la prima lettera tra le due che hanno costretto don Antonello Cattide a finire in tribunale. La missiva per cui ieri è stata confermata la condanna a 1.000 euro già decisa a settembre dal giudice di pace, era figlia dell’ira. Tra i motivi per cui l’ex parroco di Marrubiu, recentemente inviato in altra località dalla curia oristanese per una pausa di riflessione, ha presentato appello contro la prima sentenza c’è proprio l’ira che gli avrebbe fatto fare quello scivolone.

La decisione di modificare il percorso della processione a cavallo che andava contro la tradizione religiosa era stata presa dall’assessore Doriano Sollai. Il parroco ritenne quel gesto un sacrilegio, allora scrisse di getto le frasi che poi portarono alla denuncia per diffamazione concretizzata nel processo che ha già avuto un doppio esito. Del resto, la tradizione cristiana dovrebbe insegnare bene che l’ira è un peccato capitale dal quale rifuggire. Poiché l’umanità, anche quella in abito talare, è incline all’errore, il sacerdote chiedeva clemenza al giudice terreno in attesa di averla, quando arriverà il giorno del giudizio, da un giudice ben più altolocato.

Per il momento la giustizia terrena e quella divina, dalla quale ci si attende l’assoluzione eterna da tutti i peccati, viaggiano su strade diverse, un po’ come la processione della discordia. Per il giudice monocratico Carla Altieri, non c’è lo spazio per accordare l’assoluzione a don Antonello Cattide come richiesto dall’avvocato difensore Gianfranco Siuni. Si rimane fermi sulla condanna a 1.000 euro per diffamazione e il risarcimento da stabilire nei confronti di Doriano Sollai, offeso dalle parole della lettera e ora parte civile assistito dall’avvocato Gesuino Loi.

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