La Nuova Sardegna

Oristano

Bosa, strade chiuse dopo i crolli

di Alessandro Farina
Bosa, strade chiuse dopo i crolli

Ordinanza urgente del sindaco: un tratto di via Malaspina interdetto al passaggio di auto e pedoni

16 giugno 2018
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BOSA. Dopo il crollo parziale delle due abitazioni in via Malaspina il sindaco Luigi Mastino ha emanato un’ordinanza urgente in tema di incolumità pubblica e sicurezza, in un centro storico esteso, affascinante cartolina per i turisti, ma che da decenni presenta problemi di non poco conto ancora irrisolti.

L’ennesima emergenza riguarda il crollo della serata del 13 giugno tra le storiche vie della città del Temo. Forse una parte non irrilevante di cause all’origine del crollo sono le forti piogge di questi mesi e i successivi allagamenti che hanno colpito il centro a maggio.

I problemi in diversi luoghi cittadini, l’ultimo il crollo di un pezzo di stucco nella Cattedrale dedicata a Maria Immacolata, ed il sempiterno nodo delle emergenze idrogeologiche e idrauliche della città fluviale, hanno spinto il sindaco a sigillare parti della città.

Luigi Mastino ha deciso infatti, dopo l’episodio di mercoledì sera nella parte bassa del quartiere medievale, sulla base della relazione stilata dai Vigili del Fuoco, la chiusura al traffico di qualunque tipo dal numero 19 al 27 di via Malaspina, della gradinata di collegamento con via Serravalle all’altezza del civico 13, e del vicolo di collegamento con via Carmine. Ai proprietari delle abitazioni parzialmente crollate il sindaco ha intimato un intervento straordinario di consolidamento e bonifica, mentre l’ufficio tecnico del comune ha avuto l’onere di transennare l’area, perché diventi inaccessibile ai pedoni e ai veicoli, e di monitorare i fabbricati vicini a quelli collassati.

Nnegli uffici di via Garibaldi si seguono anche altre emergenze, che superano l'ordinaria amministrazione. Nei giorni scorsi in Cattedrale, dopo il crollo di una parte degli stucchi sulla volta, c’è stato un sopralluogo con i tecnici di Soprintendenza e Curia.

La chiesa può godere di un finanziamento regionale e della Conferenza episcopale, ma nell’ambito di un progetto complessivo di cui sarà necessario attendere la fine dell’istruttoria, che nello specifico dovrà seguire l’Unione dei Comuni Planargia per quanto riguarda il tempio di Bosa. Ieri mattina l’area della mensa è stata ripulita e l’altare spostato al centro della navata.

La chiesa insomma resta aperta, in attesa che quantomeno venga posizionata una rete di sicurezza tra la volta e le cornici interne sopra le colonne portanti.

Mentre urgono necessari restauri che si spera possano interessare anche i dipinti di Emilio Scherer, una parte dei quali presenta da tempo un forte degrado. Città unica per la presenza del fiume e per una millenaria storia che regala vestigia urbanistiche, monumentali, storiche, paesaggistiche uniche in Sardegna, Bosa deve fare insomma i conti con una serie di incognite che difficilmente però potranno essere affrontati con i soli mezzi, economici soprattutto, a disposizione della locale collettività.



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