La Nuova Sardegna

Oristano

ECONOMIA 

Finanza derivata, si chiude la partita

di Simonetta Selloni
Finanza derivata, si chiude la partita

Contratti nulli dopo il ricorso della giunta Tendas, ultima tranche

21 giugno 2018
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ORISTANO. Con il pagamento di 2 milioni 683mila e 174,20 euro alla Bnl Bnp Paribas, a titolo di restituzione della differenza dei flussi finanziari nell’ambito dei famosi contratti i finanza derivata, il Comune di Oristano chiude definitivamente la vicenda dei derivati. Si tratta dei contratti di tipo “interest rate swap” proposti all’ente tra il 005 e il 2006 dall’allora Banca nazionale del lavoro e sottoscritti dalla giunta Barberio. Due contratti capestro, dichiarati nulli nel settembre 2016 dal Tribunale delle Imprese di Roma cui si era rivolto l’esecutivo guidato da Guido Tendas, e in particolare l’assessore al Bilancio Giuseppina Uda, attraverso l’avvocato Sisto Manzi. L’amministrazione, che aveva deciso di cancellare i debiti pregressi contratti con alcuni mutui, e intendeva guadagnare da questa operazione, non solo non aveva ottenuto alcun guadagno, ma, nel momento in cui era intervenuto il tribunale, aveva già accumulato passività per oltre 337mila euro. Con un trend pauroso, fino alla scadenza dei contratti proposti dalla ex Bnl, il 2026. Da sottolineare che il nozionale, ossia il valore, del primo contratto stipulato nel 2005 era di 20 milioni di euro: nove mesi dopo, la rinegoziazione portò a un nozionale di 29 milioni, passaggio che fruttò alla Bnl una commissione di 1 milione e 176mila euro.

Due giorni fa il dirigente del settore Bilancio e contabilità generale del Comune, Maria Rimedia Chergia, ha firmato la determinazione con la quale si prende atto che la Bnl Bnp Paribas il 5 giugno ha respinto la richiesta di rateizzare il debito e ha chiesto l’immediato pagamento della differenza dei flussi finanziari, in definitiva l’ultima pretesa ammissibile dopo la sentenza. Il Comune utilizzerà i denari contenuti nel fondo pluriennale vincolato, accantonati dall’amministrazione Tendas che aveva piena coscienza del fatto che almeno quelli sarebbero dovuti essere restituiti. Almeno e solo quelli: il risparmio per l’ente, ossia per le tasche dei contribuenti, da qui a dieci anni, è calcolato in almeno tre milioni dell’euro.

Contratti nulli e impari: di fatto una scommessa tra i due contraenti sull'andamento di una determinata speculazione, regolata dal mercato e dall'Euribor. Il Comune li aveva stipulati per pagare meno con i suoi mutui ma si era accollato un rischio altissimo, come i fatti hanno dimostrato. In più, il rapporto tra i due, banca da una parte e Comune dall’altra, era inevitabilmente squilibrato. Ora, la partita si è davvero chiusa.

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