La Nuova Sardegna

Oristano

Prostituzione, sigilli a un’altra casa a luci rosse

di Simonetta Selloni
Prostituzione, sigilli a un’altra casa a luci rosse

Nuovo intervento dopo il sequestro di sette appartamenti, in via Aristana l’attività era proseguita

22 giugno 2018
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ORISTANO. Prostitute ancora nel pieno dell’attività, solo, da un’altra parte, dopo il sequestro preventivo disposto dal gip del tribunale di Oristano, due settimane fa, di sette appartamenti in via Vinea Regum e via Lanusei. Questa volta la casa, ultimo baluardo dell’”albergo diffuso” – così si chiama l’operazione dei carabinieri – a luci rosse, era in via Aristana. Anche la titolarità dell’appartamento, al numero 33, è riconducibile a Giovannino Sanna, il poliziotto penitenziario in pensione proprietario degli altri sette appartamenti e principale indagato nell’inchiesta che coinvolge altre cinque persone: i suoi due figli, due donne sudamericane titolari del contratto di affitto, e l’uomo che si occupava delle manutenzioni delle case. E, all’occorrenza, dell’assistenza alle ospiti e trasporti anche dei clienti.

Da ieri quella casa in via Arisana è sottoposta a sequestro preventivo. L’inchiesta, condotta dai carabinieri e coordinata dalla Procura di Oristano, non si era fermata, ma non si era nemmeno fermato l’andirivieni dei clienti che usufruivano dei servizi offerti al numero 33 di via Aristana. Come per le case precedenti, gli inquirenti sono andati a incrociare banche dati, offerte di prestazioni. Poi, pedinamenti e controlli.

L’inchiesta è partita da alcune segnalazioni anonime. Il traffico insolito in via Vinea Regum e via Lanusei era stato notato, e d’altronde era impossibile che così non fosse. Le donne erano tutte straniere, e cambiavano spesso. C’è anche da dire che il pensionato Giovannino Sanna è risultato titolare di un cospicuo numero di appartamenti: una ventina, tra i quali quelli ora sottoposti a sequestro. Il giro di ricavi in nero – ovviamente i proventi degli affitti non venivano dichiarati – è importante: tra i 500 e i 700 euro la settimana per ogni casa. Già così, le cifre indicano un introito di quasi 170mila euro l’anno. Anche su questo versante le indagini sono tutt’altro che concluse.

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