La Nuova Sardegna

Oristano

Bosa, sanità da difendere In duecento al sit-in

di Alessandro Farina
Bosa, sanità da difendere In duecento al sit-in

Manifestazione per chiedere il mantenimento degli impegni per i piccoli centri Tra i partecipanti, i sindaci della cittadina, Suni, Montresta, Flussio e Tinnura

08 luglio 2018
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BOSA. L’ennesimo sasso nello stagno della difesa dei servizi ospedalieri nei centri periferici è stato lanciato ieri mattina a Bosa. Dove si sono ritrovati sostenitori del sindacato Fsi Usae, cittadini, associazioni, una delegazione del movimento delle magliette rosse in difesa dell’accoglienza ai migranti, consiglieri regionali del territorio, amministratori locali. Per rivendicare che quanto scritto mesi fa nella legge di riordino del sistema ospedaliero della Sardegna venga attuato nei piccoli presidi dell’isola, per garantire a tutti i cittadini uguale diritto alla salute. In particolare a Bosa e Ghilarza, dove secondo la denuncia dei promotori del corteo, in questa fase della riforma ospedaliera, si stiano effettuando tagli che si traducono in disagi per gli utenti in sintesi una delle condivise sottolineature. Poco meno di duecento i manifestanti che, armati di bandiere, striscioni, fischietti e megafono, comunque si sono fatti sentire in una assolata giornata di luglio, in cui in molti sembra abbiano preferito il mare malgrado via social non siano mancate prese di posizione, critiche e timori. La manifestazione è stata preceduta da una riunione del consiglio comunale di Bosa venerdì sera, dove all’unanimità è stato approvato un documento da inviare ai vertici della sanità sarda. Nella riunione di venerdì sono emerse varie sottolineature dai banchi di maggioranza e minoranza, anche sulla manifestazione di ieri mattina, con richiami alla ricerca di una maggiore unità delle forze in campo alla luce delle vertenze del passato. Ieri alle dieci, in testa la responsabile regionale dello Fsi Usae Beatrice Mura, “L’ospedale non si tocca” era lo slogan ricorrente durante il percorso. Focus sugli ospedali di Bosa e Ghilarza, centro, quest’ultimo, dal quale è arrivata una delegazione guidata dal sindaco. Alla marcia hanno partecipato i consiglieri regionali Domenico Gallus e Augusto Cherchi ed i sindaci di Bosa, Suni, Montresta, Flussio, Tinnura, senza fascia tricolore. «Apertura della dialisi, maggiore efficienza degli apparati di diagnostica radiografica e per immagini, Pronto soccorso, turn over del personale», le richieste del sindaco di Bosa Luigi Mastino. «Oggi qui rivendichiamo che quanto scritto nella riforma ospedaliera per Bosa e Ghilarza semplicemente venga applicato. Per garantire i servizi ci siamo già battuti con successo in consiglio regionale», ha spiegato Domenico Gallus. «Abbiamo evitato la bipolarità Cagliari-Sassari, ma la riforma va applicata da subito non dopo tre anni. Invece sono trascorsi otto mesi dove si percepiscono solo i tagli e non i servizi garantiti per Oristano, Bosa e Ghilarza», il messaggio di Augusto Cherchi al direttore generale Ats Fulvio Moirano.

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