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Coltivazione di marijuana: c’è il sì alla scarcerazione

TRAMATZA. Il tribunale del riesame dice basta al carcere. Per l’allevatore Mario Piga arriva la revoca della misura cautelare scattata all’indomani del blitz dei carabinieri che l’avevano sorpreso in...

26 luglio 2018
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TRAMATZA. Il tribunale del riesame dice basta al carcere. Per l’allevatore Mario Piga arriva la revoca della misura cautelare scattata all’indomani del blitz dei carabinieri che l’avevano sorpreso in un campo mentre curava 250 piante di marijuana. I militari non si erano limitati all’arresto, ma avevano esteso i controlli e le perquisizioni arrivando a scoprire che Mario Piga era in possesso di di un piccolo vivaio con altre decine di piantine pronte per essere messe a dimora. Per gli inquirenti coordinati dal pubblico ministero Silvia Mascia era il segnale che dietro l’attività di Mario Piga si muovessero altre persone sinora rimaste nell’ombra. Era il motivo per cui non si era proceduto per direttissima, ma si era decisa la misura della custodia cautelare in carcere stabilita dal giudice per le indagini preliminari Silvia Palmas.

Nel frattempo però l’avvocato Mauro Solinas, difensore di Mario Piga, si è rivolto al tribunale del riesame. I giudici cagliaritani hanno stabilito che la misura del carcere fosse troppo severa e hanno concesso l’obbligo di dimora nel Comune di Tramatza all’indagato che, in queste settimane, si è sempre avvalso della facoltà di non rispondere agli interrogatori ai quali è stato sottoposto.

Restano senza risposta gli interrogativi degli inquirenti, convinti più che mai che l’attività di coltivazione di marijuana non fosse stata messa in piedi da un’unica persona, ma che un piccolo cartello stesse tentando di avviare un redditizio business stroncato sul nascere. (e.carta)

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