La Nuova Sardegna

BOSA. Sulla visita domiciliare richiesta da un paziente di Bosa nella notte del 12 luglio scorso, e non effettuata dal medico di continuità assistenziale, interviene la Assl di Oristano, in una nota che ribadisce la correttezza dell’operato del medico. «Dopo gli approfondimenti è stato accertato che il medico di turno ha agito correttamente. Le visite domiciliari – riporta una nota della Assl – possono essere effettuate solo in casi di effettiva urgenza e di intrasportabilità del paziente. I requisiti non sussistevano. Dopo aver chiesto i dati della paziente (e non forniti) e il motivo della chiamata, il medico si è sentito rispondere che sarebbe dovuto andare a casa della paziente perché questa si sentiva la pressione bassa. Il medico ha quindi chiesto se le fosse stata misurata la pressione e quali fossero i valori (la pressione non era stata misurata), se la paziente avesse altre patologie, se fosse cosciente ed in grado di parlare e camminare. È stato risposto di sì, quindi il medico – appurata la non gravità e la trasportabilità della paziente – ha chiesto di accompagnarla nell’ambulatorio di guardia medica. Una richiesta che ha suscitato la reazione dell’interlocutrice, che si è detta impossibilitata ad accompagnare in ambulatorio la propria parente per difficoltà negli spostamenti. Il medico ha di nuovo chiesto i dati della paziente e l’indirizzo; questi sono stati forniti dopo molte insistenze. La persona che ha chiamato ha dichiarato che avrebbe accompagnato la paziente al Pronto Soccorso nonostante le sia stato fatto presente che questo era nello stesso stabile della Guardia Medica. La paziente, portata al Pronto Soccorso, è stata dimessa dopo un’ora: il caso non era né urgente né intrasportabile».