La Nuova Sardegna

Oristano

Provincia, le censure al bilancio di previsione

di Eleonora Caddeo
Provincia, le censure al bilancio di previsione

Il documento finanziario ottiene l’ok dei revisori che rilevano molte criticità Sforato il patto di stabilità, nessun accantonamento e spese alte per consulenze

05 agosto 2018
2 MINUTI DI LETTURA





ORISTANO. Trecentomila euro di consulenze legali, un piano di razionalizzazione e riqualificazione della spesa mai adottato, nessuna valorizzazione dei beni immobili, per un valore, inutilizzato, di circa quattro milioni di euro, nessun fondo per passività potenziali probabili, e lo sforamento del patto di stabilità nel 2017, per cinquecentodieci mila euro. È il ritratto della situazione economica della provincia di Oristano, che venerdì scorso ha approvato in via definitiva il bilancio di previsione 2018, messo in risalto dall'organo revisore dei conti attraverso il parere sul documento che, seppur positivo, ha snocciolato criticità e carenze nella programmazione finanziaria dell'ente. Leggendo uno dopo l'altro il bilancio di previsione e il parere dell'organo revisore, sembra di sfogliare le pagine della favola “La cicala e la formica”. Nel bilancio dell'ente, la cicala spende tutto quel poco che ha, senza accantonare niente per improvvise necessità. Nel parere dei revisori c'è una formica, abituata a fare i conti, che in ottica futura, consiglia accorgimenti di spesa, valorizzazione dei beni e fondi di accantonamento. Secondo i revisori infatti la Provincia non ha mai adottato un piano di razionalizzazione e riqualificazione della spesa, non ha una piano di valorizzazione dei beni immobili, per un valore, inutilizzato, di circa quattro milioni di euro, non ha un fondo per passività potenziali, dovute soprattutto a risarcimenti legali, e ha sforato il patto di stabilità nel 2017, superando il pareggio di bilancio di 510mila euro. Secondo l'amministratore straordinario, Massimo Torrente, “non è certo che il patto si sfori”. Quel che è certo è che se l'ente avesse approvato il rendiconto 2017, documento con il quale si sarebbero dovute adottare misure sanzionatorie per lo sforamento, la chiusura del bilancio di previsione 2018 sarebbe stata, se non impossibile, molto più in salita. Già nel 2016, l'ente aveva sforato il patto di stabilità, ma un intervento normativo lo salvò da sanzioni. Spulciando le voci del timone finanziario provinciale per l'anno in corso balza all'occhio la spesa ipotizzata per studi e consulenze: quasi trecentomila euro, sei volte il limite di 48mila euro. «Si tratta di spese legali, il minimo indispensabile per operare viste le innumerevoli cause aperte», spiega Torrente. Al contrario, alla voce relazioni pubbliche, convegni e mostre, a monte di un limite di oltre 194mila euro, la Provincia ha previsto di spendere mille euro. Note stonate nel bilancio, per il quale l'organo revisore suggerisce “buone pratiche quotidiane e collettive”, sul risparmio di risorse energetiche per esempio, come primo passo verso l'adozione di un piano di razionalizzazione delle risorse che, spiega l'amministratore straordinario «scontato e non indispensabile, visto che siamo arrivati a dimezzare le spese correnti».



Video

Raggiunto l'accordo per la Giunta, Alessandra Todde: «I nomi degli assessori subito dopo Pasqua»

Le nostre iniziative