La Nuova Sardegna

Oristano

C’è un’altra festa: la solidarietà per chi non ha nulla

Michela Cuccu
C’è un’altra festa: la solidarietà per chi non ha nulla

Aperta la Mensa del povero gestita dalle suore Giuseppine. Le buste con il cibo dai volontari de “La casa del Sole”  

15 agosto 2018
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ORISTANO. «Festa? Certo, ma solo con i “nostri” poveri». Senza clamori, discreti come sempre i volontari che aderiscono alle diverse associazioni che in città si occupano dei poveri, anche a Ferragosto non si fermeranno. La solidarietà che non va mai in vacanza, soprattutto nei giorni dedicati al riposo e a stare con amici e familiari è la risposta sicura per chi vive nella povertà e nella solitudine. Così oggi, festa di mezza estate, l’Assunta, per i cristiani, saranno in tanti a tendere una mano ai meno fortunati. Sarà regolarmente funzionante la Mensa del Povero, gestita dalle suore Giuseppine; andranno a visitare le famiglie e i singoli che altrimenti non avrebbero nulla o quasi da mettere in tavola, i volontari di Casa del Sole Onlus.

Per loro, i volontari, la giornata comincerà prestissimo. «Inizieremo il nostro “giro” alle prime luci del giorno, quando la maggioranza delle persone è ancora a letto, andremo dai nostri amici a portare un po’ di provviste», dice Antonio Locci, fondatore di Casa del Sole, associazione dove la regola è che gli assistiti si chiamano amici. «E come altro potremmo chiamare chi ha fiducia in noi tanto da rivelare le difficoltà quotidiane? Li chiamiamo per nome e loro fanno altrettanto con noi. Sono amici, appunto», spiega Locci: «Come sono amici i singoli cittadini e le aziende che fanno in modo che la dispensa dell’associazione abbia sempre qualcosa da dare a chi non ha più nulla».

Anche alla Mensa del Povero la giornata oggi, inizierà presto. Religiose e volontari «senza il loro apporto non potremo far nulla», sottolinea la responsabile, suor Gabriella, si metteranno ai fornelli per preparare, il pranzo da offrire ai propri ospiti. Ai tavoli di via Carmine, si siederanno come ogni giorno una ventina di commensali: anziani e uomini soli, principalmente, in maggioranza oristanesi e alcuni immigrati. Altri pasti saranno invece portati a casa di chi non si può muovere, ma anche di famiglie con bambini che hanno necessità della giusta riservatezza.

Le famiglie che si rivolgono alle suore per avere cibo e vestiario, sono sempre di più: nella prima decade di agosto, oltre 70 hanno ricevuto le buste con le provviste che le religiose distribuiscono a coloro che ne fanno richiesta. Numeri che confermano, se ancora ce ne fosse, bisogno, come la povertà si sia tutt’altro che arrestata. Anche il numero dei senza tetto non sembra diminuire, se si considera che per fare la doccia nella struttura delle suore, ci sia la fila praticamente ogni giorno, perché se non hai una casa, non possiedi neppure un bagno.

«Per fortuna c’è anche tanta generosità – spiegano gli operatori della Mensa – ad esempio, il nostro guardaroba è sempre fornito, anche se non di rado, ci portano abiti logori e sporchi che dobbiamo buttare». Soprattutto ci solo le aziende alimentari che attraverso le loro donazioni, assicurano una disponibilità costante di generi di prima necessità. E per fortuna, si dovrebbe aggiungere, dato che anche la sera, c’è chi va per chiedere anche soltanto un panino. Per tanti, infatti, persino il pane è diventato un lusso.

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