La Nuova Sardegna

Oristano

Morto dopo il ricovero «I medici senza colpe»

di Enrico Carta
Morto dopo il ricovero «I medici senza colpe»

Le parole dei periti all’udienza per il decesso di un paziente avvenuto nel 2011 Mauro Marongiu stroncato da una broncopolmonite. Sotto accusa cinque dottori

06 settembre 2018
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ORISTANO. Le parole dei periti, un’equipe romana nominata dal giudice monocratico Federica Fulgheri, sono nette: «I nuovi esami di laboratorio hanno dato lo stesso esito della precedente perizia. Va esclusa ogni responsabilità penale per gli imputati perché va escluso un nesso tra le eventuali condotte colpose e la morte del paziente». Sono frasi che pesano, e non potrebbe essere altrimenti, al processo per la morte di Mauro Marongiu, il 33enne che entrò nel reparto di Medicina dell’ospedale San Martino nel marzo del 2011 da dove uscì solo per essere trasferito al Brotzu di Cagliari nel disperato e vano tentativo di strapparlo alla morte.

Al momento del ricovero aveva una broncopolmonite emorragica, ma secondo le accuse del pubblico ministero Silvia Mascia, i medici oristanesi non furono in grado di riconoscere la patologia e questo avrebbe portato alle conseguenze più tragiche possibili. Cure diverse, secondo i capi d’imputazione, avrebbero potuto salvare la vita al paziente, ma poiché la diagnosi era sbagliata, anche la terapia adottata non sarebbe stata quella corretta.

Il discorso che inizialmente poggiava su basi che sembravano altrettanto solide, come quelle delle consulenze di parte dello stesso pubblico ministero e degli avvocati di parte civile Guido e Federico Manca Bitti, adesso hanno sotto di loro un terreno che appare assai più fragile. A difendere gli imputati non ci sono più solo i consulenti della difesa, ma anche questo nuovo sviluppo che potrebbe avere un peso notevole sulla sentenza che non tarderà ad arrivare. Già domani si torna in aula per la discussione e per capire se il pubblico ministero insisterà sulla sua linea e chiederà la condanna del primario del reparto di Medicina, il dottor Luigi Giovanni Cassisa e dei suoi colleghi Kaff Muhammad Abo, Rosina Mastinu, Carla Meloni e Antonio Salvatore Sassu che ebbero in cura il paziente nei suoi giorni di degenza al San Martino. I cinque imputati sono difesi dagli avvocati Giuseppe Conti, Riccardo Fiorelli, Aldo Lucchi, Luigi Porcella, Andrea Pogliani e Gabriele Satta che hanno rivolto ai consulenti e ai periti numerose domande.

Una di queste ha scatenato la reazione immediata dei familiari di Mauro Marongiu. Quando è stato detto che il paziente non espettorava sangue, la concitazione si è avvertita immediatamente in aula tanto che il giudice ha chiesto che venisse rispettato il silenzio per consentire lo svolgimento del processo. Di fronte a pareri quindi così contrastanti, da domani si inizierà a fare sintesi. La prima parola spetterà all’accusa.

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