La Nuova Sardegna

Oristano

Rimedio, la ricorrenza più sentita

di Nicola Podda
Rimedio, la ricorrenza più sentita

La frazione di Donigala invasa da turisti e da fedeli provenienti da tutta l’isola

08 settembre 2018
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ORISTANO. Qualche automobilista indispettito dalle code create dalla riduzione a una sola corsia del Ponti Mannu sul Tirso c'è, ma la maggior parte degli oristanesi accetta i disagi che consentono ai pellegrini di raggiungere la basilica del Rimedio in sicurezza. La festa della Madonna del Rimedio, con la Sartiglia, è rimasta la principale manifestazione del concetto di “oristanesità”.

Un tempo c'era anche Santa Croce, a metà settembre, con il palio e la fiera del bestiame a Pratz'e Bois, ma lo scorrere del tempo ha portato quest'ultima festa a un ruolo più limitato. Il culto della Madonna del Rimedio ha origini antiche, anche più della Sartiglia: già dal Trecento era ospitata in Cattedrale una statua lignea intitolata a lei. E non poteva che essere così dal momento che il compito principale assegnato alla Madonna del Rimedio, nel Medioevo, era quello di alleviare le sofferenze degli schiavi: Oristano e il suo circondario furono per secoli oggetto di razzie saracene che fruttavano ai pirati un buon bottino di schiavi.

La localizzazione del culto nella borgata ha origini più recenti: le prime testimonianze scritte relative alla parrocchiale intitolata alla Vergine risalgono al Seicento. Proprio lì sorgeva il villaggio di Nuracraba, di origine medievale, poi scomparso a causa delle alluvioni e delle pestilenze del Seicento. Ma la storia delle presenze umane in quell'area è ancora più antica, i segni infatti arrivano fino all'epoca nuragica e non si può non pensare a quella linea di continuità che attraversa i luoghi sacri sardi partendo dai culti delle acque e arrivando fino alle chiese cristiane.

Anche una volta sparito il villaggio però, il pellegrinaggio degli Oristanesi in occasione della festa non venne meno. Il momento dell'anno è significativo, siamo ai primi di settembre, mese considerato nella cultura tradizionale sarda il primo dell'anno, perché segnava la ripresa dei lavori agricoli.

La ricorrenza era l'ultimo momento di festa prima dell'inizio dei lavori nei campi e negli stagni. Non dev'essere un caso che l'elemento che tutti gli oristanesi associano alla festa del Rimedio, oltre l'aspetto religioso, è il caratteristico odore dei muggini e delle anguille arrosto, preparati da decine e decine di bancarelle. Forse invece è un caso che fu proprio in occasione della festa del Rimedio, l'8 settembre del 1960, che i pescatori di Cabras occuparono lo stagno, dando avvio alla stagione di lotta. Una festa insomma legata in vario modo al vissuto degli abitanti di Oristano e dei paesi vicini, che non ha bisogno di concerti o eventi collaterali per restare viva.

Davide Pinna

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