La Nuova Sardegna

Oristano

Oristano, la moglie disabile in aula: non cammino, mi umiliava

di Enrico Carta
Oristano, la moglie disabile in aula: non cammino, mi umiliava

L’ex marito finisce sotto processo. Lei in sedia a rotelle dopo un intervento. Il padre della vittima: «Mi diceva di portarla via perché non serviva più»

14 settembre 2018
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ORISTANO. Maltrattamenti in famiglia e tentata violenza sessuale. Sembra un’orribile storia come tante altre, invece, se le accuse trovassero conferma al termine del processo, l’asticella dell’assurdo potrebbe addirittura essere stata sollevata ulteriormente. La donna è in sedia a rotelle, ha serie difficoltà a camminare dopo un intervento chirurgico che doveva risolverle un problema fisico e invece ha solamente peggiorato la sua condizione. Si capisce che la signora quarantenne avrebbe bisogno di cure ancora maggiori, di attenzioni e riguardi di cui in una situazione non aggravata dai problemi fisici magari non c’è bisogno.

Al contrario il suo racconto di fronte ai giudici è un pugno nello stomaco. Ancor di più lo sarà se dovesse trovare conferme con l’evolversi del processo che vede sul banco degli imputati l’ex marito. Nel 2014 aveva presentato la denuncia, ora è la testimone principale del processo in cui è parte civile assistita dall’avvocato Luca De Angelis. Le domande a cui la presunta parte offesa risponde sono quasi tutte del pubblico ministero Silvia Mascia e servono per ripercorrere mesi terribili in cui alle offese si sarebbero aggiunte anche intimidazioni fisiche. Alcune in particolare sono state evidenziate come quando il marito con una spinta rovesciò la carrozzella o quando per diversi interminabili secondi l’avrebbe presa al collo nel tentativo di soffocarla. O ancora quando con un asciugamano cacciato in bocca, avrebbe provato a impedirle di respirare.

Non meno violente dei gesti appaiono le parole. Durante la testimonianza, la vittima ha raccontato di come gli insulti per la sua condizione fisica fossero sempre più costanti e sempre più pesanti. L’ex marito le parlava come se di fronte avesse un oggetto ormai da rottamare, togliendole la dignità. E quelle frasi, le hanno ribadite ai giudici Carla Altieri, Elisa Marras e Federica Fulgheri anche il padre e uno zio della vittima. «L’ex marito mi diceva di portarla via che non serviva più a nulla – ha detto il padre –. E mia figlia una volta mi riferì che le aveva detto che era da buttare perché era una povera storpia». Ugualmente lo zio ha riportato alcune frasi confessategli dalla nipote: «Servi solo per pezzi di ricambio, questo le diceva. E poi la lasciava al freddo d’inverno e non avevano più rapporti intimi per via della situazione di invalidità».

Poche per ora le domande della difesa, affidata all’avvocato Giuseppe Motzo che però ha presentato una lunga lista di tredici testimoni che saranno in aula sin dalla prossima udienza fissata per l’8 novembre. La convinzione è di poter respingere le accuse: i problemi in casa erano già presenti prima dell’intervento e molte degli episodi raccontati sarebbero stati ingigantiti.

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