La Nuova Sardegna

Oristano

Le statue rubate erano da un antiquario: ora tornano in chiesa

Michela Cuccu
Le statue rubate erano da un antiquario: ora tornano in chiesa

Arborea, restituita la refurtiva del colpo messo a segno nella chiesetta campestre del Centro 2

15 settembre 2018
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ARBOREA. Erano finite a Cagliari, le statue sacre rubate a marzo nella chiesetta campestre del Centro 2. Quando i carabinieri del Nucleo per la Tutela del patrimonio culturale di Cagliari, le hanno ritrovate nella bottega di un antiquario, appena tre giorni dopo il furto, erano ancora imballate. Ai militari è stato sufficiente confrontarle con le foto delle opere d’arte che il parroco di Arborea, don Silvio Foddis, aveva consegnato ai carabinieri del paese, per riconoscerle e sequestrarle.

Ieri, le statue – due angeli, un San Giuseppe, una Madonna, un Sacro Cuore – e un quadro di San Domenico Savio, sono stati restituiti alla chiesa e alla comunità intera. Opere d’arte probabilmente non di grande valore commerciale, ma di grande valore religioso per i fedeli di Arborea, che, per tanti anni, prima che alla fine degli anni Sessanta gli abitanti della piccola borgata lasciassero le case coloniche per andare a vivere in paese, ogni domenica, partecipavano alla messa nella chiesetta costruita un decennio prima.

Purtroppo i ladri, che secondo gli investigatori avevano agito nella notte fra il 18 e il 19 marzo di quest’anno, non avevano avuto troppe cautele, provocando diversi danni sia agli interni della chiesa, che alle statue della Madonna, di San Giuseppe e del Sacro Cuore e dei due angeli, ai quali, hanno addirittura staccato le ali. In attesa del restauro, ora i simulacri sono tornati nella sede originaria, mentre, sono ancora in corso le indagini per individuare mandanti e autori del furto.

I dettagli di queste indagini lampo sono stati illustrati dai militari. Al loro fianco c’era anche l’arcivescovo, monsignor Ignazio Sanna, che ha avuto parole di elogio nei confronti degli investigatori; altrettanto ha fatto il parroco di Arborea, don Silvio Foddis, che, dopo essere stato avvertito dalla signora che quella mattina era andata a fare le pulizie nella chiesetta, aveva immediatamente presentato la denuncia ai carabinieri. Il procuratore della Repubblica, Ezio Domenico Basso, che coordina le indagini ha anticipato poco sull’inchiesta che, ancora in corso, potrebbe chiudersi con alcune richieste di rinvio a giudizio per ricettazione.

«È una vicenda con notevole impatto sociale, non soltanto in quanto si tratta di un furto sacrilego e dunque piuttosto importante per i fedeli, ma anche per i tempi rapidissimi delle indagini». Il comandante provinciale dell’Arma, il tenente colonnello Domenico Cristaldi, oltre a elogiare il lavoro svolto dai militari, ha sottolineato l’importanza che ricopre la catalogazione delle opere d’arte e degli oggetti di valore, per il recupero della refurtiva. «Senza quelle foto – ha detto l’ufficiale – sarebbe stato più difficile ritrovare le statue». A questo proposito, l’arcivescovo Ignazio Sanna ha comunicato come sia in corso la catalogazione dell’intero patrimonio artistico della diocesi. Il luogotenente Cara, del Nucleo per la Tutela del patrimonio culturale, ha riferito che durante l’operazione sono stati recuperati e sequestrati altri oggetti probabilmente provenienti da un furto, fra cui dei candelabri e un tavolino con crocifisso, risalenti ai primi dell’Ottocento.

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