La Nuova Sardegna

Oristano

San Quirico, strappo del Comune

di Enrico Carta
San Quirico, strappo del Comune

Il sindaco revoca la convenzione per il termodinamico, la Solar Power va avanti: «Decide la Regione»

15 settembre 2018
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ORISTANO. Il Comune solleva la paletta rossa. Il comitato delle borgate di Tiria e San Quirico esulta. La Solar Power di Bolzano fa spallucce. La verità è che, esattamente come prima, tutto è in mano alla Regione e in Regione il progetto per l’installazione dell’impianto per la produzione di energia di San Quirico è già in fase avanzata. La vera novità è però la presa di posizione ufficiale da parte del Comune che, con il conforto del parere legale rilasciato dall’avvocato Stefano Porcu, porta alla revoca della convenzione con la San Quirico Solar Power ovvero la ditta che deve installare e gestire l’impianto.

L’atto del Comune. La delibera della giunta intende cancellare quindi l’atto del 2014, con il quale venivano sanciti gli accordi – solo quelli economici – tra il Comune e la società. «La nostra posizione è nota da tempo e ora la ribadiamo con un nuovo atto formale che fa seguito a quelli già adottati nei mesi scorsi e conclude la procedura di revoca avviata a marzo – spiega il sindaco Andrea Lutzu –. Oristano è contraria, lo è attraverso la sua massima espressione istituzionale. Non svendiamo il nostro territorio, la nostra economia e il nostro tessuto sociale per una manciata di euro. La convenzione prevedeva che la società versasse 50mila euro all’anno al Comune, ma il Comune è contrario». Non si ferma qui Andrea Lutzu che scrive anche al presidente del consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, perché intervenga sulla legge urbanistica che taglia fuori i Comuni. Il primo cittadino la ritiene una stortura. Non il solo visto che ieri la consigliera del Movimento 5 Stelle, Patrizia Cadau, ha presentato una mozione perché la parola ultima spetti proprio ai Comuni.

Manca il progetto? Ovviamente un atto del genere dev’essere motivato e la giunta chiarisce che la Solar Power sarebbe inadempiente – la ditta smentisce – perché non ha presentato la versione definitiva del progetto. Questa carenza consentirebbe di stracciare la convenzione.

L’iter burocratico. È la cronaca di un atto annunciato sin dalla campagna elettorale, ma questo potrebbe non cambiare il corso delle cose. Il parere ultimo su concessioni per questo tipo di installazioni spetta alla Regione e negli uffici cagliaritani l’iter burocratico è già in fase avanzata. L’impianto ha superato lo scoglio massimo della Valutazione d’impatto ambientale e ora la Solar Power sta provvedendo a recapitare in Regione le ultime integrazioni. Una volta che i tecnici avranno in mano questi documenti, qualora li ritengano esaustivi, potranno dare il via libera. Peraltro nei terreni di San Quirico, da qualche giorno, sono al lavoro le ruspe per iniziare opere preliminari di scavo.

Il Comitato e la Regione. Ora resta da capire se la Regione andrà avanti. «Spero proprio di no – dice Antonello Garau, componente del comitato –. I tecnici devono rispettare il volere delle popolazioni, delle amministrazioni locali e anche l’urbanistica. Ringraziamo il sindaco e la giunta comunale, adesso Pigliaru e l’assessora all’Industria prendano atto della contrarietà del territorio e pongano fine a questo scempio». Ma l’assessora Maria Grazia Piras, che non commenta perché ormai la questione è esclisuvamente materia dei tecnici, ben poco può fare di fronte alle procedure. Cambiarle ora è pericoloso perché esporrebbe la Regione al rischio di una causa, ma non è detto che non si trovi qualche appiglio per far cambiare direzione a ciò che già sembra indirizzato verso una meta.

La Solar Power. In quella che sarebbe dovuta essere una giornata fosca, l’amministratore della Solar Power Hanspeter Hochkofler appare tutt’altro che agitato: «Andiamo avanti. Per prima cosa la convenzione non è scaduta perché il progetto è stato presentato nel 2014, tre mesi prima che la stessa convenzione venisse firmata. È tutto negli atti che invitiamo a controllare meglio. Ci dispiace per la presa di posizione del sindaco e ne prendiamo atto, ma proseguiamo con l’iter perché rispondiamo alla Regione e non al Comune. Abbiamo superato la Valutazione d’impatto ambientale, stiamo creando molti posti di lavoro, lasciamo sul territorio dei soldi che sono molti di più dei 50mila euro di cui parla l’amministrazione e infine ribadiamo che si tratta di un progetto innovativo assolutamente rispettoso dell’ambiente». Intanto ancora ieri nel campo si lavorava.

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